MILANO, ELFO PUCCINI: KADDISH

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Teatro
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Teatro e poesia. Un binomio che Ferdinando Bruni ha sperimentato con spettacoli rimasti nella memoria di molti spettatori. Nel 1991 Bruni aveva portato in scena uno struggente monologo sui versi di Arthur Rimbaud intitolato Una stagione all’inferno. Mentre nel 1997 aveva firmato il progetto dedicato alla poesia di Allen Ginsberg, Papà respiro addio.Da Urlo a Kaddish, protagonista di una performance travolgente (pubblicata anche in cd dal Saggiatore).  Poi, sotto la guida di Francesco Frongia, ha dato voce ai testi poetici di Pedro Salinas nel concerto-spettacolo La costruzione di un amore, a fianco dei La Crus. E ha proseguito in questo percorso con Frongia portando in scena nel 2017 Una serie di stravaganti vicende, omaggio a Edgar Allan Poe, con musiche originali di Teho Teardo. Lo spettacolo dedicato a Ginsberg è stato rimontato nel 2019 in una nuova versione, intitolata Kaddish, concentrando l’attenzione sul lamento in morte della madre Naomi, testo in cui il poeta ha messo a nudo la propria anima. La martellante intensità dell’iterazione e le ossessioni visionarie della poesia di Ginsberg, il suo stesso recitar salmodiante sono per Bruni terreno ideale di incontro tra la musicalità della parola e la musica vera e propria, in uno spettacolo che si fa concerto. La parola di Ginsberg è stata l’ultima a parlare al cuore di tutti, comunicando mistero e profonda emozione, è stata l’ultima letteratura capace di offrirsi ‘come qualcosa da utilizzare per la propria vita’, trovando espressione in un verso che prende a modello le libere variazioni jazz di Charlie Parker, del bebop e della ritualità ebraica.  Ginsberg stesso parla, a proposito dei suoi testi, di vocalizzazione musicale, canzoni, poesie sonore. È la ricerca di un nuovo spazio per la comunicazione che ridia senso, valore e peso alle parole, sottraendole all’usura della banalità quotidiana e al frastuono assordante dell’inutile chiacchiericcio massmediologico.