un progetto La Confraternita del Chianti in collaborazione con Associazione Culturale K.

di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano

consulenza storica Giuliano Turone e Renato Seregni

con Valeria Sara Costantin, Giovanni Gioia, Marco Pezza, Andrea Pinna, Valentina Scuderi

regia Marco Di Stefano

drammaturgia Chiara Boscaro

canzoni e musiche originali Giovanni Gioia

assistente alla regia Cristina Campochiaro

una produzione Teatro della Cooperativa

PROGETTO FINALISTA BORSA ANNA PANCIROLLI 2014 / PROGETTO FINALISTA GIOVANI REALTÀ DEL TEATRO 2014


 

Meglio fare il burattinaio che il burattino, non le pare?

Licio Gelli

 

Il potere, in Italia, non è mai stato una cosa semplice. C’è la politica, c’è la democrazia, c’è il voto popolare, ci sono le clientele e le famiglie. Lo Stato. Il parastato. L’amministrazione. I soldi. Il Vaticano. I cattolici (da non confondere con il Vaticano). I militari. Le donne. I servizi segreti. I fascisti. Quelli della destra. I comunisti. Quelli di sinistra (da non confondere con i comunisti). Gli indecisi. La mafia. La camorra. La ’ndrangheta. La Sacra Corona Unita. Gli intellettuali. Quelli al bar. Le casalinghe di Voghera (che ci sono, ci sono).

La P2 è stata l’ombra di tutto questo. Una cartina al tornasole del Paese in cui tutti i colori si fondono in uno solo: il fango.

Grazie alla preziosa collaborazione di Giuliano Turone, giudice che insieme a Gherardo Colombo ha indagato su Sindona e scoperto le liste della P2 a Castiglion Fibocchi, La Confraternita del Chianti con Propaganda lancia un ponte irriverente (ma un po’ preoccupato) tra ieri e oggi. Nel 1981 sei componenti su sette della giovane compagine milanese non erano neanche nati, ma quella che nel 1981 sembrava una storia chiusa è diventata una malattia cronica della nostra società. Viviamo in un Paese complesso, certo, ma quante volte abbiamo pensato che da soli avremmo potuto risolvere un problema molto prima e molto meglio, senza lungaggini, senza pareri inutili, senza consultazioni ridondanti, senza democrazia?

Note di regia

 Ci sono cinque persone, cinque italiani attorno a un tavolo. Mangiano, bevono, bevono fin troppo. Sembrerebbe un pranzo della domenica, una cena tra amici. Qualcuno prende una chitarra, qualcuno intona una canzonetta, qualcuno fa una battuta. Tutto molto italiano. Peccato che su tutto aleggi l'ombra della P2. Un triangolo con al vertice Licio Gelli, l'anello di congiunzione, e sopra di lui un altro triangolo di potere, ma rovesciato, le cui pendici si perdono nell'ombra.

Perché parliamo della P2, noi che all'epoca della scoperta delle liste segrete eravamo neonati? Perché crediamo che non sia finita. Che un certo modo di agire pensare comportarsi - tutto italiano - l'abbia resa possibile e ne permetta la sopravvivenza, dentro e fuori di noi. Un certo ardore verso gli uomini forti, una certa preferenza per scorciatoie e inciuci, un certo non so che contro le lungaggini della democrazia...

Ne è venuto fuori un qualcosa di proteiforme: c'è della storia, ci sono le canzonette, ci sono i piccoli episodi di piduismo quotidiano, ci sono delle persone, degli italiani, che continuano imperterriti a mangiare tra stragi, bombe, dittature, colpi di stato, crack finanziari e mafiosi che spuntano un po' dovunque.

Ma non ci sono solo critiche. Lungo il percorso abbiamo incontrato – per fortuna – anche grandi modelli, figure esemplari e spesso un po' trascurate dal dibattito: Giorgio Ambrosoli, Nilde Iotti, Tina Anselmi, che si prende sulle spalle il peso del più grande scandalo politico-finanziario del secondo Novecento e conduce con forza e integrità la commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica P2.

Peccato che poi li assolvano tutti.

 

ORARI - martedì, mercoledì, venerdì e sabato > 20.30     giovedì > 19.30 - BIGLIETTO UNICO 10 euro
domenica > 17.00 lunedì riposo

PREZZI intero 18 euro – ridotti 15/9 euro
www.teatrodellacooperativa.it  - Via Hermada 8, Milano – tel. 02.6420761

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