CLAUDIO BAGLIONI: SULLA PIATTAFORMA ITSART LO SPETTACOLARE E IRRIPETIBILE EVENTO IN STREAMING DAL TEATRO DELL'OPERA DI ROMA

l'ultimo album di inediti

- certificato platino e con 14 milioni di streaming (audio e video) -

è diventata una straordinaria

opera-concerto totale

uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali

 

parole e musiche: Claudio Baglioni

ideazione: Claudio Baglioni e Giuliano Peparini

direzione artistica: Giuliano Peparini

regia televisiva: Luigi Antonini

coreografie: Giuliano Peparini e Veronica Peparini

arrangiamenti brani: Paolo Gianolio e Celso Valli

direzione band: Paolo Gianolio

direzione d'orchestra: Danilo Minotti

solisti: Giovanni Baglioni, Giancarlo Ciminelli, Roberto Pagani, Danilo Rea e Alessandro Tomei

orchestra, coro e corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma

188 tra musicisti, coristi, cantanti, ballerini, performer

produzione Friends & Partners - Fenix Entertainment S.p.A, in collaborazione con il Teatro dell'Opera di Roma

 

Uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali. È “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA”, l’opera-concerto totale registrata presso il Teatro dell’Opera di Roma, tratta dall’omonimo e ultimo album di inediti di CLAUDIO BAGLIONI. Eccezionale non solo nell’ideazione – parole e musiche di Claudio Baglioni, direzione artistica di Giuliano Peparini - ma soprattutto nella realizzazione. In tempi normali, infatti, non sarebbe mai stato possibile dar vita a un’opera che trasforma in ambiente scenico ogni spazio - retropalco, palchi, golfo mistico, platea, foyer, camerini e corridoi - del Teatro nel quale va in scena.

Per “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA”, in streaming dal 2 giugno sulla piattaforma ITsART (il sipario digitale per teatro, musica, cinema, danza e ogni forma d'arte, live e on-demand, con contenuti disponibili in Italia e all'estero), artista, orchestra, coro e parte del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, musicisti, vocalist, danzatori, performer e acrobati animano ogni angolo della struttura, illuminando di sé, oltre al palcoscenico, tutti quegli spazi che, solitamente, non sono luoghi di rappresentazione.

 

«La ferita dei teatri vuoti ci ha colpiti al cuore e faticherà a rimarginarsi – racconta Claudio Baglioni – Per questo ho cercato di contribuire a riempire quel vuoto, portando in dono al teatro tutto quello che avevo da dare. Musica e parole, naturalmente. Ma anche un’Opera - “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA” – che fonde recitazione, danza, gesto, giochi di luci e suoni, “quadri” animati da performer, e nella quale grande orchestra, coro lirico, coristi e band diventano co-protagonisti della narrazione. Ognuno di noi - con la propria arte, sensibilità, intensità, espressività - ha provato a cancellare il vuoto del teatro, riempiendolo, letteralmente, di vita. E, così, tutto - palcoscenico, golfo mistico, platea, palchi, loggioni, foyer, corridoi, backstage – è diventato scena. Uno spettacolo totale in uno spazio scenico totale, nel quale - per la prima volta - l’idea wagneriana dell’arte totale si realizza in una architettura totale. “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA” è davvero uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali. E non solo perché in “tempi normali” non sarebbe mai stato possibile concepirlo né realizzarlo ma, soprattutto, perché credo ci sia bisogno di idee eccezionali per aiutare certe ferite a rimarginarsi, e trasmettere le energie che servono a fare di dolore, difficoltà e privazioni i semi per costruire un futuro nuovamente degno di questo nome».

 

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