Nel cuore di Milano, là dove la modernità ha già cambiato il volto della città, resiste – viva e orgogliosa – la Trattoria Masuelli San Marco, autentica istituzione della cucina lombardo-piemontese e presidio della memoria gastronomica italiana.
Gestita dalla stessa famiglia sin dal 1921, è riconosciuta come Bottega Storica e rappresenta l’unico indirizzo milanese a far parte dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo, rete nata sessant’anni fa per valorizzare le tradizioni regionali attraverso tavole sincere, piatti identitari e una ceramica decorata da portare a casa come ricordo.
Fondata da Virginia e Francesco Masuelli, originari di Masio, in provincia di Alessandria, nasce come bottiglieria con cucina e nel tempo si è trasformata in un luogo d’anima e di accoglienza. Qui la tradizione non è mai diventata nostalgia, ma continua fonte di ispirazione, vissuta ogni giorno con coerenza e passione.
Tutto è iniziato più di un secolo fa con una semplice idea: offrire cibo buono e genuino in un ambiente caloroso e autentico. Oggi come allora, quel progetto originario continua a vivere grazie al lavoro della famiglia Masuelli, che da quattro generazioni porta avanti con orgoglio la propria eredità.
Chi varca la soglia, non trova solo una tavola ben apparecchiata, ma un pezzo di storia milanese dove il tempo sembra essersi fermato nel migliore dei modi.
Un angolo di tradizione e accoglienza nel cuore di Milano
La famiglia Masuelli è oggi alla terza e quarta generazione: Massimiliano, detto Max, guida la cucina con mano sapiente, mentre il figlio Andrea, promettente custode del futuro, cura la carta dei vini con passione e uno sguardo curioso verso il naturale. L’ambiente della Trattoria Masuelli è immutato nel tempo, con eleganti tocchi d’epoca che trasmettono una calda sensazione di accoglienza. I lampadari firmati Gio Ponti, gli arredi originali degli anni Venti e Trenta, le pareti boiserie, i tavoli con bianche tovaglie e le sedie Thonet creano un’atmosfera senza tempo, mentre il bancone di mescita in stile liberty aggiunge un ulteriore tocco di classe. Piccola curiosità storica: la Venini e la Trattoria Masuelli sono nate entrambe nel 1921, e ciò aggiunge un fascino particolare a questo luogo che ha attraversato i decenni senza perdere la sua autenticità.
Se per "ambiente" intendiamo non solo lo spazio fisico, ma anche quello umano, il cuore si scalda ancora di più. Il clima è sereno e familiare, il personale di lungo corso contribuisce a far sentire ogni ospite come a casa, creando un’atmosfera calda e accogliente. Qui, non si viene solo per mangiare, ma anche per condividere un momento di convivialità, dove la tradizione e la memoria gastronomica si intrecciano con la vita di tutti i giorni. Guardando le tavolate, è facile immaginare che quel signore, ormai anziano, abbia iniziato a frequentare la trattoria da giovane, quando indossava i pantaloni corti e partecipava ai pranzi domenicali con i suoi genitori.
La cucina delle radici
La carta della Trattoria Masuelli è un viaggio nei sapori di due terre – Lombardia e Piemonte – che si incontrano in una cucina tanto povera quanto sontuosa, dove il passato è ancora protagonista, ma con occhi e mani contemporanee. Il percorso inizia con un calice di bollicine e piccoli stuzzichi dalla cucina, per poi entrare nel vivo con antipasti che raccontano la tradizione con carattere: il salame “Masuelli” accompagnato dalla giardiniera fatta in casa, le acciughe cantabriche servite con burro di montagna e pan brioche, la selezione di salumi Bettella, la battuta di fassona con acciughe e tuorlo di quaglia, il tonno di coniglio di Cuneo, l’insalata di nervetti alla milanese, e la freschezza delle puntarelle con stracciatella e acciughe.
Tra i piatti simbolo della casa, le cervella di vitello fritte con maionese alla senape riportano in tavola un gusto dimenticato, mentre i primi celebrano la ricchezza delle ricette regionali: pasta e fagioli “con il cucchiaio in piedi”, densa e corposa; agnolotti del plin con sugo d’arrosto, piccoli e intensi; tagliatelle fatte in casa con ragù di coniglio bianco di Cuneo; e naturalmente il risotto alla milanese, con pistilli di zafferano, preparato al momento.
I secondi proseguono il racconto con piatti dalla forte identità: il vitello tonnato di Masuelli con fiore di cappero e cialda croccante, la trippa alla milanese, la costoletta alla milanese (secondo disponibilità) e l’immancabile ossobuco con risotto allo zafferano. A chiudere, una selezione di formaggi piemontesi serviti con confettura, miele e mostarda, per un finale che unisce dolcezza, sapidità e memoria.
Quella di Masuelli è una cucina familiare ma precisa, eseguita con rigore e sensibilità. Ricette che oggi potrebbero sembrare reliquie, qui si rivelano attuali e vibranti. Un sapere affinato negli anni, anche grazie all’incontro con maestri come Gualtiero Marchesi, che Max Masuelli ricorda con sincera gratitudine.
Il piatto del Buon Ricordo: Milanesine con risotto giallo
Il piatto simbolo della trattoria è una "invenzione originale": le milanesine con risotto allo zafferano, un incontro di due grandi classici della cucina milanese – la cotoletta e il risotto giallo – in un piatto unico, armonico ed emozionale. Max Masuelli racconta che questa creazione è rimasta invariata fin dal momento in cui la trattoria è entrata a far parte dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo. "Ci identifica tutto l’anno, e poi ci siamo affezionati. Il piatto è stato disegnato da un nostro amico, Antonio Piccinardi, grande critico gastronomico ora scomparso". Questa ricetta, che rappresenta un omaggio alla tradizione milanese, è anche un simbolo affettivo: unisce le milanesine di vitello fritte nel burro con il risotto mantecato allo zafferano, creando un’armonia perfetta tra croccantezza e cremosità. Il piatto viene servito nel Menù del Buon Ricordo, che include anche un antipasto di salame “Masuelli” e un dolce del giorno scelto tra una selezione di prelibatezze tutte golose, per concludere il pranzo con un tocco di dolcezza e soddisfazione.
Tra cucina, storia e affetti
Parlare con Max è come aprire un libro di famiglia, dove ogni angolo della trattoria racconta storie, affetti e tradizioni che si intrecciano nel tempo. Dalle lunghe chiacchierate con Carlin Petrini e Gianni Sassi, in cui germogliò l’idea di Slow Food, ai pranzi condivisi con operai e direttori che, un tempo, si trovavano tutti insieme, seduti allo stesso tavolo, in una perfetta e felice democrazia della tavola. Oggi la clientela è cambiata, ma lo spirito che pervade questo luogo rimane invariato. L'accoglienza, sempre calda e sincera, è ancora un punto fermo, che Max custodisce con passione. Lo stesso Max che, nel corso degli anni, ha trasmesso ai suoi collaboratori una lezione importante: “Un cliente non mangia solo per fame, ma per il desiderio di vivere un’esperienza”.
Le radici profonde di Max affondano nel ricordo delle estati trascorse nell'Alessandrino, dove tra le campagne, la cascina, il trattore e la raccolta dei frutti, ha imparato a conoscere la bellezza dei prodotti veri, quelli genuini che raccontano una storia. Questo legame con la natura e la terra non l’ha mai dimenticato. Ancora oggi, infatti, è lui a recarsi personalmente per selezionare le materie prime, come il cardo gobbo di Nizza Monferrato, simbolo di una filiera corta e consapevole. La trattoria guarda con fiducia al futuro senza mai smarrire il passato: la cucina si modernizza, ma senza cedere alle mode effimere, mantenendo sempre un forte rispetto per la stagionalità. La scelta dei vini, sempre attenta e precisa, si concentra anche su quelli naturali, in linea con un ritorno alle radici, come quello che Max ha sempre cercato di preservare, piatto dopo piatto.
La mia esperienza alla Trattoria Masuelli
Entrare alla Trattoria Masuelli è stato come fare un passo dentro una Milano sospesa nel tempo. Atmosfera bellissima e dolcemente nostalgica, quindi. Merito anche, per non dire soprattutto, di chi queste sale ha governato nel tempo. Ieri Pino Masuelli, per decenni perfetto padrone di casa e figura fondamentale della ristorazione cittadina, oggi suo figlio, lo chef Max Masuelli, che accoglie gli ospiti con il sorriso sincero di chi ama profondamente il proprio mestiere. In sala, un personale accogliente e attento rende l’esperienza ancora più autentica, senza formalismi superflui.
Per tutto il pranzo abbiamo scelto di condividere i piatti, un modo perfetto per esplorare a fondo la cucina della casa. Abbiamo iniziato con salame e giardiniera: un antipasto semplice solo in apparenza, dove la dolcezza del salume si bilanciava alla perfezione con la freschezza acidula delle verdure.
Dopo l’antipasto, è toccato agli agnolotti del plin con sugo d’arrosto, piccoli e precisi, con un ripieno saporito e una sfoglia sottile e tenace, capaci di trattenere ogni nota del fondo bruno. Subito dopo, l’ossobuco di vitello alla milanese, servito con il suo risotto allo zafferano, ha segnato uno dei momenti più alti del pranzo: il risotto, con il suo colore intenso, la cremosità perfetta, il chicco al dente e la profondità dello zafferano, dava equilibrio e forza al piatto. L’ossobuco, morbido e saporoso, sembrava nato per stare accanto a quel riso. Un abbinamento che, in questo angolo di vera Milano, viene voglia di provare e riprovare.
E naturalmente non poteva mancare la costoletta alla milanese, alta e succosa, con la crosticina dorata e fragrante, accompagnata da patate arrosto ben rosolate.
Tutti i piatti sono stati annaffiati da un ottimo Nebbiolo, che ha accompagnato il pasto con la sua profondità, armonizzandosi con i sapori robusti della tradizione piemontese e lombarda.
Alla fine del pranzo, più che sazi, ci siamo sentiti appagati: da una cucina che non ha bisogno di stupire per convincere, da un servizio che conosce il mestiere, e da un’atmosfera che rende omaggio a una Milano che resiste con stile.
Info:
Trattoria Masuelli San Marco
Viale Umbria 80, Milano
Tel.: 02 55184138
Aperto da martedì a sabato
Menù del Buon Ricordo: 60€
www.masuellitrattoria.com.