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Viaggio nel popolo delle montagne

 Un progetto di e con Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno

In collaborazione con UIKI onlus rete - Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia e GUS – Gruppo Umana Solidarietà “G.Puletti” onlus

Ideazione scene Denise Carnini - Realizzazione scene Cosimo Scorrano

Disegno luci e tecnica Angelo Piccinni

Consulenza               storica           e    culturale             Giovanni           Giacopuzzi

Con il sostegno di Festival Collinarea, Associazione Olinda Onlus

e Residenza artistica Teatro Comunale di Novoli –Factory Compagnia Transadriatica e Principio Attivo Teatro

 

 

Si parte da uno sbarco su uno scoglio del Salento e si arriva fino in Kurdistan, lo stato “introvabile”, per scoprire che mondi che sembrano così lontani in fondo di mezzo hanno solo il mare.

 

Dopo il debutto al Napoli Teatro Festival, è in scena a Milano Il Paese che non c’è - produzione Ura Teatro – un progetto Gigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno, per la prima volta insieme. Due narratori ben noti nel panorama teatrale italiano, capaci entrambi - seppure partendo da schemi narrativi, fisicità e stili molto diversi –d’indagare i drammi del presente e scoprire la poesia nella complessità dei vissuti contemporanei.

 

Un progetto che si avvale della consulenza di Giovanni Giacopuzzi, ricercatore e attivista della causa curda e che parte dalla necessità di raccontare di un’utopia politica nuova nel mondo e di un popolo che rischia il totale annientamento.

 

In scena Gigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno, con alle spalle una parete che diventa lavagna e mappa emotiva, fanno esplodere la narrazione in più direzioni, raccontano della resistenza curda attraverso le storie delle persone che l’hanno vissuta in prima persona, sottolineando che ci sono storie che “non si sa proprio come raccontare” perché anche se le conosci non potrai mai comprenderle veramente, perchè piene di un mistero, di una bellezza e di un orrore che a volte travalica e rende balbettante il dire.

 

La storia del popolo curdo pone oggi grandi domande su quello che è la democrazia, su come reagire a un suo svuotamento. E, così facendo, ci accorgiamo che l’esempio curdo ci riguarda molto più di quello che sembra e che, a ben vedere, il “paese che non c’è” , oggi, è forse anche il nostro.

 

Gianluigi Gherzi

 

Nasce a Milano nel 1955. Inizia la sua attività teatrale all’interno del movimento Teatri di base, tra il 1974 e il 1977 1977.  Nel 1989 incontra Roberto Corona e Monica Mattioli con cui forma l’omonima compagnia e in questo periodo realizza, come regista e autore “Arbol” (1989) vincitore del Premio Scenario 1989, “Ari-Ari(1993), vincitore del Premio ETI-Stregagatto 1994,“Periferico Otto”(1995”),“Muneca”(1998), Premio ETI-Stregagatto 1998.

Ha collaborato come regista e drammaturgo, tra gli altri, con “Assemblea Teatro” di Torino, “Pandemonium Teatro” di Bergamo, il gruppo “La Ribalta” di Merate, il Teatro Mummpitz di Norimberga, il Teatro Stabile di Norimberga, il gruppo” I Teatrini” di Napoli,il Teatro del Buratto di Milano il gruppo “Cantieri Koreja” di Lecce ed il Teatro dell’Argine di san Lazzaro ( Bologna).

Ha sviluppato un’attività pedagogica rivolta in particolare al tema della drammaturgia, della formazione dell’attore, della scrittura creativa, del lavoro sull’immaginario infantile, tenendo vari seminari e workshop, anche per conto dell’ETI. A questa associa una costante attività di teatro nel sociale con lavori all’interno di istituti penitenziari, centri di aggregazione giovanile e centri sociali autogestiti.

Per la casa editrice “Sensibili alle foglie” sono usciti i suoi romanzi “Tuani” (2003), “Pacha della strada” (2008) e “Atlante della città fragile (2013), e con Giuseppe Semeraro il libro di poesia “A cosa serve la poesia-Canti per la vita quotidiana” (2016)

 

 

Fabrizio Saccomanno

 

Ha studiato Antropologia Culturale presso l’Università di Roma. Attore, regista e pedagogo teatrale, ha collaborato a lungo con i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce, interpretando numerose produzioni ( Doctor Frankenstein, La Passione delle Troiane, Il Calapranzi, Molto rumore per nulla, Dimissioni dal Sud, Brecht’s dance, Chart-to-line (Cartoline), Quel diavolo di un Bertuccia, La Crociata dei bambini, Acido fenico) e dirigendo scuola di teatro del centro di produzione, oltre a vari laboratori presso scuole e carceri.

E’ del 2007 la conduzione di un workshop teatrale con i giovani della comunità Rom di Smederevo (Serbia) e con gli attori della compagnia Pathos, che porta alla realizzazione dello spettacolo Brat.

Nel 2014 è protagonista, insieme a Fabrizio Pugliese, dello spettacolo Katër I Radës di Francesco Niccolini.

È  autore e regista ed interprete di VIA   –   epopea   di   una   migrazione e coautore, con Niccolini, di IANCU un paese vuol dire. Scrive e interpreta, dividendo il palco con il musicista albanese Redi Hasa,  SHOAH – Frammenti di una ballata in occasione della Giornata della Memoria 2015.

Nel 2015 fonda la compagnia URA Teatro assieme all’attore e regista Fabrizio Pugliese con la quale avvia un nuovo percorso di produzione e continua ad occuparsi di di formazione e teatro comunità in varie località del Salento.

In questo nuovo contesto produce, nel 2016, GRAMSCI ANTONIO detto Nino, Premio della Critica Ermocolle 2017, trasmesso in diretta su RadioRai3 per Materadio 2017, poi, nel 2018, SANGUE DI QUELLA TERRA ed il reading teatrale DAL SILENZIO ALLA VOCE – Storie di pugliesi vittime delle mafia, nato per il progetto Non a caso, promosso da Libera Puglia e Teatro Pubblico Pugliese.

Cura la regia di PER OBBEDIENZA – dell’incanto di Frate Giuseppe, di Niccolini e Pugliese, spettacolo vincitore de I Teatri del Sacro 2015. Nel 2015 è actor coach per il Film “La guerra dei Cafoni”, con la regia di Davide Barletti e Lorenzo Conte, produzione Minimum Fax.

 

Abbiamo incontrato il “paese che non c’è”. Abbiamo incontrato un popolo, quello curdo, che ha ricominciato a sognare. Sogna di poter essere popolo, senza diventare stato. Di poter vivere in una terra di pace. Dove la diversità delle religioni, delle etnie, non provochi massacri. Dove la gente possa decidere del proprio destino, autogovernandosi. Dove le donne possano uscire dalle proprie case, scoprendo finalmente il volto e prendendo la parola. Abbiamo sentito quella loro storia come una storia che parla a noi. È possibile un altro respiro? Un altro sentimento del vivere? Della lotta, della battaglia, dell’amore, dell’incontro con il mondo? Abbiamo infine seguito le storie di quel popolo da noi, in Italia.

 

Quando gli uomini di quel popolo, su un barcone o via terra, in fuga dalle guerre, dalle prigioni, dalle persecuzioni politiche, arrivano sulle nostre coste e nelle nostre città. Qual è il nostro sguardo? Cosa significa per noi la loro presenza?

IL PAESE CHE NON C’È è storia mitica di un popolo, della resistenza sulle montagne e in mezzo ai deserti.

E’ testimonianza della battaglia che ovunque lo ha visto in prima fila contro la ferocia delle milizie fondamentaliste e del fascismo islamico. E’ cronaca pulsante, presente, che irrompe sulla scena con le sue notizie, con l’insopprimibile urgenza di essere raccontata. Perché c’è bisogno di reagire, anche qui, anche da noi. IL PAESE CHE NON C’È vuole fare, del presente, uno straordinario territorio di racconto e di azione teatrale.

Gigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno

 

 

 

ELFO PUCCINI - SALA BAUSCH | 27 NOVEMBRE - 2 DICEMBRE 2018

Sala Bausch, Teatro Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, Milano

Orari: Martedì/sabato ore 19.30, domenica ore 15.30 

Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Prezzi: Intero € 32.50, Ridotto € 17, Martedì € 21,50

www.elfo.org