Parte da Ulan Bator, capitale della Mongolia, il viaggio di Francesco Saldarini, (l’imprenditore comasco a capo dell’omonima azienda fondata nel 1882) per vedere da vicino la capre Hircus Laniger dalle quali si ricava il prezioso sottovello.

Saldarini ha avuto l’idea, brevettata nel 2016, di sostituire l’imbottitura in piume d’oca con il fiocco di cachemire caldo e leggero, ricavato pettinando, e non tosando, le capre durante la muta.

Un sistema di lavorazione che rispetta gli animali, l’ambiente e l’uomo; l’obiettivo di Saldarini è, infatti, teso a incoraggiare ed estendere la produzione del cachemire sostenibile, al fine di garantire la salute degli animali, ma anche di riconoscere  ai pastori nomadi il giusto guadagno.

Una responsabilità che Saldarini ha fatto sua tanto da spingerlo a presentarsi, sui suoi biglietti da visita, come dreamplanner.

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