Capolavori rubati

I casi più clamorosi di furti di opere d’arte raccontati dal critico Luca Nannipieri nel nuovo libro edito da Skira. Molti gli episodi riportati, alcuni conosciuti, altri meno, altri ancora irrisolti

 

C’è sempre stata lotta attorno all’arte. Omicidi, furti, razzie, corruzioni, contrabbandi, roghi, devastazioni e confische hanno contraddistinto la vita di molti capolavori. Dalle statue della classicità, come l’Atleta di Lisippo o il cratere di Eufronio, alle opere di Piero Della Francesca e Raffaello, Leonardo da Vinci e Michelangelo, Mantegna, Tintoretto e Caravaggio, sino a Rubens, Vermeer, Degas, Monet, Renoir, Klimt, Dalì (in foto I Due Balconi) Picasso e Munch, sono molti gli episodi – alcuni celeberrimi, altri poco conosciuti, alcuni risolti, molti altri ancora sotto indagine – che ci portano nel cuore dell’illegalità, della criminalità, del mercato nero, della cupidigia, della volontà di potenza, che si nasconde dietro ogni ladrocinio.

Partendo dalla rubrica che Luca Nannipieri tiene al Caffè di RaiUno, Capolavori rubati (Skira, 2019) illustra i casi più clamorosi di furti di opere d’arte, affrontando anche i traumi storici di saccheggi e spoliazioni coloniali e imperialiste. Attraverso la narrazione e la spiegazione giudiziaria dei furti, il commento sullo stile artistico delle opere rubate, l’inquadramento storico, la disamina museografica sulla sicurezza e sulla protezione dei capolavori, il libro affronta il grande tema dell’arte nel suo rapporto con la complessità del male.

Le opere coinvolte sono state, nel tempo, le più varie. Crocifissi, pale d’altare, ostensori, candelabri, turiboli, arredi funerari, urne cinerarie, statuette votive, bassorilievi, statue bronzee, mosaici, gioielli preziosi, stendardi, papiri, tele d’artista, così come i monumenta, sono stati ripetutamente oggetto di contese, guerre legali e diplomatiche, spoliazioni, saccheggi e violente dispersioni. Questi particolarissimi manufatti, che sono le opere d’arte, e questi particolarissimi luoghi pubblici, che sono i monumenti, non hanno ottenuto nei secoli soltanto cure, attenzioni, dedizione e meticolosi riguardi verso la loro preservazione, ma hanno attirato spesso avidità, ingordigie, accanimenti e speculazioni.

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