Prosegue senza sosta il tour festivalierodel cortometraggioL’Urlo, diretto da Francesco Barilli e interpretato da Luca Magri, che martedì 5 novembre alle ore 17.00 tornerà a Parma al cinema D’Azeglio (Strada Massimo D’Azeglio, 33) per una proiezione speciale all’interno della ricchissima seconda edizione del Parma Film Festival – Invenzioni dal vero (https://invenzionidalvero.it/).

Alla proiezione saranno presenti Francesco Barilli, Luca Magri e la produzione Avila Entertainment.

Dopo l’anteprima nazionale di settembre al cinema Astra di Parma e la partecipazione alla sesta edizione diMangiacinema,recentemente L’Urlo è stato presentato aVisioni Fantastiche di Ravenna nell’ambito della neonata sezione Showcase Emilia-Romagna, accolto da una platea numerosissima, e sabato 2 novembre è stato protagonista al Trieste Science+Fiction Festival, tra i più importanti appuntamenti europei dedicati alla fantascienza, nella sezione Spazio Corto.

 L’Urlo è il remake dell’omonimo film del 1966 diretto da Carlo Bazzoni, prodotto e fotografato da Vittorio Storaro, interpretato da Francesco Barilli e ambientato in un futuro distopico orwelliano. A distanza di cinquant’anni, Francesco Barilli, attore protagonista dell’originale, si sposta alla regia e il suo ruolo è oggi interpretato dall’attore e regista Luca Magri (Il Solitario, La casa nel vento dei morti, Il Vincente). Le riprese si sono svolte, come nel ‘66, nei territori di Parma e provincia, ma utilizzando quella parte architettonica della città più futuristica e allo stesso tempo meno conosciuta.

Il film è prodotto da Avila Entertainment Srl con il contributo di Emilia-Romagna Film Commission e MiBACT.

Trama di L’Urlo

In un futuro distopico, in cui sono inibite e vietate le emozioni di ogni genere, Paolo Caren legge libri di poesia, sente musica e si innamora. La polizia di Stato, per la salvaguardia del popolo si mette sulle sue tracce. Caren viene spiato, seguito e arrestato.

Il progetto e la sua storia

Nel 1965, tre giovani cineasti, Bazzoni, Storaro e Barilli, reduci dal set di Prima della rivoluzione del 1964 di Bernardo Bertolucci (Barilli era il protagonista, Storaro e Bazzoni vi avevano lavorato come operatori di ripresa), scrissero un soggetto di fantascienza e, con un budget irrisorio, girarono un piccolo film tra Parma, Roma e Salsomaggiore Terme, senza immaginare che sarebbe stato destinato a divenire un film di culto.

Nel 1966 L’Urlo debuttò al festival di Cannes godendo di un riguardevole successo, lanciando la carriera di Bazzoni, di Barilli e facendo scoprire al pubblico la straordinaria capacità visiva di Storaro, diventato uno tra i più grandi esponenti della cinematografia mondiale. Nel 1967, Storaro, al suo primo lavoro importante come direttore della fotografia, ricevette un attestato speciale per la migliore fotografia in bianco e nero dal sindacato nazionale giornalisti cinematografici ai Nastri d’Argento. Mezzo secolo dopo, uno degli autori dell’opera originale e straordinario protagonista del corto, Francesco Barilli, ha un’idea che intende fortemente realizzare: rifare il corto aggiornandolo ai nostri tempi e alla nostra tecnologia, nella sfida di riuscire a trasformarlo in qualcosa di fortemente attuale sia artisticamente sia a livello produttivo. L’incontro con la società di produzione cinematografica parmense Avila Entertainment srl fa sì che il progetto prenda forma e si realizzi.

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