Quando a Milano è nato il progetto MTM – Manifatture Teatrali Milanesi  è nato anche il logo che lo identificava (creato dal grafico Gabriele Cometto), che poi si è progressivamente modificato nella tonalità del colore iniziale che era il rosso, introducendo i colori dell'arcobaleno, per simboleggiare la pluralità di linguaggi artistici, di idee, di artisti, di fasce generazionali di pubblico, e non ultimo per dare testimonianza della libertà di espressione religiosa, politica e sessuale.

In questa prima parte di stagione che va da ottobre a dicembre 2020 – di un anno così drammatico per il mondo intero – l'arcobaleno rappresenta per noi anche il desiderio di un mondo possibile OLTRE L'ARCOBALENO, dove poterci sentire in qualche modo liberati da una realtà che è stata per molti aspetti opprimente, come lo era il Kansas per la giovanissima e ribelle Dorothy nell'interpretazione indimenticabile della giovanissima Judy Garland.

 Trasportati dal vento del tornado abbandoniamo anche noi il nostro Kansas per percorrere la strada – quella yellow brick road – che potrebbe portarci alla città di smeraldo e che immancabilmente ci farà desiderare – alla fine di tutto – di tornare a casa, perché "nessun posto è bello come casa mia".

 Il nostro "ritorno a casa" sarà idealmente nel 2021 quando potremo finalmente ricominciare a incontrare il pubblico in quella naturalezza che fa ormai parte del nostro lavoro e della nostra vita.

Ecco la lista degli spettacoli compresi nella prima parte della programmazione di MTM che avranno tutti luogo al teatro Litta (ad eccezione di Getsemani al Giardino San Faustino).

04/05 ottobre 2020

Il bacio two-zero-two-zero-kiss (un lungo bacio dall'alba al tramonto)

performance ambientale di Antonio Syxty – con la collaborazione di Susanna Baccari – produzione Manifatture Teatrali Milanesi

06/11 ottobre 2020

Abracadabraincantesimi di Mario Mieli [studio #4]

ideato, prodotto e messo in scena da Irene Serini, Caterina Simonelli, Anna Resmini, Christian Tubito, Maurizio Guagnetti, Compagnia IF Prana

Il progetto ABRACADABRA – incantesimi di Mario Mieli, ideato da Irene Serini e Maurizio Guagnetti , è un percorso a tappe intorno al pensiero di una figura unica nel panorama culturale italiano, ma ben presto rimossa. Mario Mieli fu poeta e filosofo, attore e militante, maschio e femmina...suicidatosi all'età di trent'anni, nel 1983. Il suo pensiero oltre ad essere il primo mattone su cui si fondano i gender studies,  è ancora oggi rivoluzionario rispetto l'ordine sociale esistente che continua a imporre una divisione netta tra uomo e donna.  Quali sono le conseguenze politiche di questa divisione? Come e quanto il capitalismo ha da guadagnare dalla divisione di genere e dalla divisione di  orientamento sessuale?  Quali sono i legami profondi tra sessualità, politica, ed economia?  Come è andato capovolgendosi il concetto di privato e di pubblico?  Quanto costa essere se stessi? Queste sono alcune delle domande da cui partirà l'indagine. Non ricostruzione storica quindi, non studio di quello che fu uno sguardo del passato con l'unico fine di portar memoria. Ma occasione per indagare su di sé partendo dal pensiero di Mario Mieli, che ha saputo essere visionario e lucidissimo, guardando al suo e al nostro tempo nel medesimo istante.

"Abracadabra è uno spettacolo che emoziona, commuove, entusiasma. Irene Serini è di una bravura sorprendente, con una presenza scenica fuori dal comune. La complessità e straordinarietà di Mario Mieli è raccontata e celebrata come meglio non si potrebbe".

Marco Pautasso, "Salone Internazionale del Libro di Torino".

13/25 ottobre 2020

Io, Ludwig van Beethoven

progetto e regia di Corrado d'Elia – con Corrado d'Elia

27 ottobre / 1 novembre

Il venditore di sigari

di Amos Kamil – traduzione di Flavia Tolnay con la collaborazione di Alberto Oliva – regia Alberto Oliva – con Gaetano Callegaro, Francesco Paolo Cosenza – scene e costumi Francesca Pedrotti – realizzazione scenografia Ahmad Shalabi – disegno luci Fulvio Melli – direttore di produzione Elisa Mondandori – produzione Manifatture Teatrali Milanesi

10 anni di successi!

Berlino 1947, ore sei e trenta. Nella Germania appena uscita dalla guerra, tutte le mattine alla stessa ora, due uomini si incontrano: un professore ebreo che vuole partire per fondare lo Stato di Israele e il proprietario di una tabaccheria, dall'aspetto tipicamente tedesco. Sono sopravvissuti alla tragedia che ha appena sconvolto e quasi annientato un popolo intero. Si attaccano, si rinfacciano colpe reciproche e recriminano sui torti subiti, fino a scoprire dolorosamente quanto gli obblighi della Storia possano condizionare il modo di agire dei singoli individui, quando, completamente soli, devono affrontare il proprio destino. Si gioca una partita in cui è impossibile giudicare vincitori e vinti, perché vittime e carnefici camminano su un piano sempre in bilico. Nascere tedesco nel 1920 significava essere condannato a diventare un carnefice. Nascere ebreo nello stesso anno era la condanna ad essere una vittima. In entrambi i casi, la ribellione a questo destino poteva costare molto cara. A quali compromessi un essere umano, da solo, è disposto a scendere quando si trova sull'orlo dell'abisso? Lo spettacolo, partendo dalla questione ebraica in un momento cruciale della sua evoluzione, parla a tutti, perché tutti prima o poi siamo chiamati a fare i conti con la nostra identità e a scegliere i tempi e i modi della nostra partecipazione sociale.

"(...) il sentimento che si staglia netto in questa messa in scena, curata con attenzione dal giovane Alberto Oliva, è quello dell'impossibilità di riuscire a vivere per chi è sopravvissuto qualunque sia stata la sua storia. Con bravura e intelligenza Francesco Paolo Cosenza affronta il suo Gruber dandogli toni di segreta sofferenza per un indicibile che deve essere detto. Di fronte a lui il Doktor di Gaetano Callegaro che sceglie nella politica il futuro. (...)"

Magda Poli, Corriere della Sera, 19/05/2010

"Il fumo del sigaro produce spesse e compatte volute nebbiose dove perdersi, dove nascondersi. Nel fumo si possono celare le reali intenzioni, il passato non così esplicito e lampante, le convinzioni vacillanti. È una partita a scacchi quella che si gioca, furiosamente e dialetticamente, all'interno di questo negozio (ricorda quelli descritti da Philip Roth per rimanere in tema ebraico) tra 'Il venditore di sigari' e un compratore, il cliente abituale e abitudinario. Potrebbero essere le due figure losche tratteggiate da Koltès in "Nella solitudine dei campi di cotone" anche se qui manca la pericolosità e l'erotismo ma vive e pulsa la macchinazione e l'artificio come la menzogna. (...) I due, divisi dalla fiammella che ricorda le vittime, e separati dalla coltre di fumo che ingloba le loro coscienze, sono due facce della stessa medaglia, racchiusi in questo sogno-incubo, in questa gabbia mentale che non li lascia sereni e non li abbandona nemmeno adesso che la Guerra è finita. Ma la guerra, dentro di loro, infuria più forte di prima, perché i sensi di colpa galoppano, perché, a differenza dei loro conoscenti e familiari, si sono salvati."

Tommaso Chimenti, recensito.net, 28/01/2019

03/05 novembre 2020

Scateniamo l'inferno!

di Valeria Cavalli e Claudio Intropido – con Andrea Robbiano e Antonio Rosti – produzione Manifatture Teatrali Milanesi

06/08 novembre 2020

Fuori Misura - Il Leopardi come non ve l'ha mai raccontato nessuno

di Valeria Cavalli – collaborazione al testo Claudio Intropido – regia Valeria Cavalli, Claudio Intropido – collaborazione didattica Prof.ssa Simonetta Muzio – assistente alla regia Pietro De Pascalis – con Andrea Robbiano – voce fuori campo Pietro De Pascalis – collaborazione alle musiche Gipo Gurrado – direttore di produzione Elisa Mondadori – produzione Manifatture Teatrali Milanesi

Andrea ha un sogno: insegnare. Nonostante il 110 e lode in Lettere e Filosofia per vivere è costretto a lavorare in un call-center finché un giorno finalmente riceve l'incarico di una supplenza proprio nella scuola media da lui frequentata in passato. La professoressa che deve sostituire gli lascia l'arduo compito di spiegare agli studenti "vita e opere di Giacomo Leopardi". Così Andrea, anzi il Professor Roversi, dovrà misurarsi con una classe che, naturalmente, sarà rappresentata dagli spettatori presenti in Teatro. Nasce così una bizzarra ma coinvolgente lezione nella quale si mescoleranno poesie, riflessioni personali, interazioni con la platea e, attraverso l'opera di Giacomo Leopardi, il professor Roversi toccherà temi e problemi legati all'inadeguatezza, al desidero e alla paura d'amare, alla sensazione di essere sbagliati, di essere "fuori misura". Un monologo originalissimo, divertente, appassionato che, a tre anni dal debutto ha già raggiunto le trecento repliche in tutta Italia. In scena un bravissimo Andrea Robbiano che grazie a una qualità comunicativa fresca, spontanea ed emozionante ci trasporta nel mondo della poesia, dell'arte accompagnandoci con stralunata dolcezza da quella siepe all'infinito.

10/15 novembre 2020

Modern family 1.0

drammaturgia di Giovanna Donini, Annagaia Marchioro, Virginia Zini – con Annagaia Marchioro, Virginia Zini – produzione Le Brugole

Modern family 1.0 è uno spettacolo comico che racconta la storia di una donna che ama le donne, ma che ama anche l'idea di avere una famiglia con la propria compagna. Che non significa solo avere un figlio ma anche nonni, zii, cani, gatti, piante, mutui, viaggi, liti, tradimenti, colloqui con i prof, vaccinazioni, biciclette, notti insonni e vita quotidiana. Modern Family 1.0 inizia come una serata in famiglia, a guardare le diapositive di famiglia. Quasi senza accorgersene si entra nel vivo, in casa delle due protagoniste. Una casa in pieno trasloco, che dopo la separazione e la morte è una delle cause di maggior stress, e che porta probabilmente alla separazione o alla morte.

Ma come dice Allan Bennet "ogni famiglia ha un segreto, ed il segreto è che non è come le altre famiglie"

Uno spettacolo che vuole raccontare la fatica, la bellezza e l'universalità dell'amore di ognuno di noi.

19/29 novembre 2020 Giardino San Faustino

Getsemani - Ma voi chi dite che io sia? (Secondo cammino)

progetto di Antonio Syxty – con la collaborazione di Susanna Baccari – con Bruna Serina de Almeida, Gabriele Scarpino – produzione Manifatture Teatrali Milanesi

Ma voi chi dite che io sia?

(dagli appunti di A. Syxty sul progetto)

 (...) GETSEMANI non si sviluppa su una linea cronologica o temporale rispetto agli avvenimenti narrati dal Nuovo Testamento, ma utilizza il Nuovo Testamento dei Vangeli come 'un sentiero da percorrere', come 'un cammino da fare', come 'una relazione da intraprendere'.

Il tutto si compone su una 'mappa aperta' che ha il compito di servire da ispirazione per le azioni, le installazioni visive e ambientali, e le 'proposte relazionali' che si andranno definendo fra i performer e il pubblico che vorrà intervenire e quindi far parte o essere inglobato nel progetto stesso."

Matteo 6,25-26 "Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai".

29 dicembre 2020 / 6 gennaio 2021

Cyrano Sulla Luna

di Luca Chieregato – regia Luca Chieregato, Pietro De Pascalis – con Pietro De Pascalis.

"Eccomi. Amare davvero è dire: eccomi. Lo senti? Che è un cadere."

Abbiamo preso Cyrano, quello del naso, quello dell'apostrofo rosa tra le parole ti e amo, quello di Rossana, il poeta spadaccino, e l'abbiamo mandato sulla Luna. Lui ha sempre sognato di andarci, lassù. Ora che è morto da poco, le sue parole ancora sfiorano l'eco dell'aria... e finalmente è arrivato lì. Lei, la Luna, non lo riconosce e fa domande bambine: che cos'è il teatro? E la verità? Cos'è il vento? Hai amato davvero? A riascoltarla così, questa storia, non sembra nemmeno la stessa. A riannodare il filo tessuto dalle parole, una per una... Le parole, appunto. Quante parole, in amore. Cyrano ripercorre tutta la sua storia, naviga lieve nella memoria e ricorda, dimentica, rivive. Si trova costretto a dire tutta la verità, alla Luna, se no lei non risponde. E la verità, cosa dice? Che noi tutti abbiamo paura. Abbiamo così paura dell'amore che ce ne teniamo lontani: lo diciamo, lo scriviamo e lo cantiamo per tenerci al riparo, lasciando che le parole dicano per noi. Ma noi, dove siamo? In scena c'è solo lui, Cyrano; gli altri sono fantasmi, ombre, guizzi di luce. A fargli compagnia c'è una luce di Luna, una Terra azzurra immersa nel buio da spiare da lontano, e le sue parole: amate, gridate, tenute tra le labbra. Prima di diventare stelle lucenti bisogna tornare indietro, rivivere ancora l'ultima scena, dire la verità. Bisogna cantare le lacrime perché piova su Parigi, per diventare stelle.

Siamo tornati !!! 

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