MILANO, TEATRO ELFO: EDIPO RE. UNA FAVOLA NERA

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traduzione e adattamento Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

con Edoardo Barbone, Ferdinando Bruni, Mauro Lamantia, Vincenzo Grassi

costumi Antonio Marras, realizzati da Elena Rossi e Ortensia Mazzei

maschere Elena Rossi, luci Nando Frigerio, suono Giuseppe Marzoli

si ringrazia Tonino Serra per la decorazione del mantello di Edipo

produzione Teatro dell’Elfo

«Anche se la tragedia ci arriva da un mondo lontano – scrivono i registi – anche se le sue storie prendono ispirazione da narrazioni ancora più remote, è difficile immaginare qualcosa di più adatto alla nostra epoca di questa forma d’arte che descrive la transizione tra un vecchio mondo che sta scomparendo e un nuovo mondo di cui ancora sappiamo molto poco».

Torna in scena il viaggio visionario e musicale in compagnia di Edipo, “colui che sogna i sogni profondi”. Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, con sguardo contemporaneo, provano a reinventare il rito della tragedia: l’uso delle maschere, i costumi materici di Antonio Marras, che divengono presenze scenografiche, come anche il cast tutto maschile allontanano il racconto da ogni realismo per avvicinarlo a una dimensione sciamanica e onirica, capace di emozionare e di parlare all’inconscio.

Lo spettacolo, che aveva debuttato nel marzo 2022 mettendo a segno un brillante successo, vede protagonisti Edoardo Barbone, Ferdinando Bruni, Mauro Lamantia e Vincenzo Grassi (che sostituisce quest’anno Valentino Mannias), interpreti di tutti i personaggi del mito di Edipo, che viene ripercorso attraverso il capolavoro di Sofocle e le sue variazioni, da Seneca a Dryden e Lee, da Thomas Mann aHoffmansthal, fino a Cocteau, Dürrenmatte Berkoff.

Dalla rassegna stampa

Il sottotitolo dell’Edipo re dell’Elfo di Milano è Una favola nera e si capisce perché. Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, autori dello spettacolo, inserendosi in una lunga e gloriosa lista di moderni elaboratori del mito, hanno voluto raccontarlo, appunto, come fosse una favola, sia pure cupissima: ossia, dal principio alla fine. O meglio, per essere più precisi, in flash back. All’inizio lo sventurato protagonista ha concluso il suo ciclo, è ormai un barbone cieco che trascina i suoi stracci, poi però un narratore torna indietro e rievoca tutta la sua storia.  […]L’occhio ha di che nutrirsi. Scena astratta e neutra, una striscia di sabbia davanti a una parete di pannelli di legno grezzo. Proiezioni di figure in bianco e nero, sagome inquietanti dal tratto infantile. Coloriti, barbarici costumi di Antonio Marras tra cui due tenute regali per gli sposi Giocasta e Edipo. Fiaba, dunque? O piuttosto, celebrazione dell’inevitabile?

Masolino D’Amico, La Stampa

È un felice esempio di elaborazione di un mito o, meglio, di nascita di un nuovo testo da una tragedia e dalla sua aura mitica. Partendo dal capolavoro di Sofocle, Bruni e Frongia hanno elaborato una drammaturgia che cuce differenti versioni del mito, arrivando fino al Novecento, passando per Seneca, Dryden e Lee, Thomas Mann, Hofmannsthal fino a Cocteau e Berkoff. Proseguono nel loro tentativo, saldamente fondato, di rivivere con sguardo contemporaneo il rito della tragedia. […]Quattro attori, tra cui lo stesso Ferdinando Bruni, scenografia sobria e visionaria insieme, costumi di Antonio Marras e maschere evocanti, realizzano una tragedia e un Edipo contemporanei e insieme originari. La stessa scelta di fare interpretare ai quattro tutti i personaggi della tragedia, non risulta frutto di pura economia scenica (peraltro tutt'altro che criticabile): si attenua lo spettacolo come azione, a favore della vocalità visionaria. Lo si rende poco realistico e più marcatamente onirico, come un flusso di coscienza nascente nel poeta che ebbe per primo la visione. Una sorta di ritorno, calibrato, non certo archeologico, alla nascita ieratica e rituale della tragedia.

Roberto Mussapi, Avvenire

        

L’Edipo re dell’Elfo è un lavoro multimediale raffinato, visuale, che esprime al meglio l’arte del teatro nella sua totalità. Esso racchiude un senso di disincanto proprio mentre si fa latore dell’urgenza comunicativa che la pandemia ha compresso. Nella peste che tiene in ostaggio la città di Tebe, non è difficile individuare la sottotraccia dell’epoca Covid. […]Anche di un testo come Edipo re è possibile scompaginare la visione tradizionale. La Compagnia dell’Elfo, in un meticoloso lavoro di squadra (che va dalla riscrittura del testo alla messinscena, ai costumi, alle maschere, ai suoni, alle luci, al lavoro rigorosissimo sugli attori) rinvigorisce il mito, scomponendolo in un insieme di frammenti di statue antiche posati su un palcoscenico sempre in costruzione. Ed è così che il mito mantiene la propria immortalità, rispondendo a domande sempre nuove.

Vincenzo Sardelli, Klpteatro.it

Una mostra allestita nel foyer dell’Elfo Puccini introduce lo spettatore alle atmosfere dello spettacolo: VESTIRE IL MITO - Disegni e studi preparatori di Antonio Marras per Edipo re.

6>29 marzo | sala Shakespeare

Martedì 5 marzo anteprima dedicata al pubblico dei giovani under 25

Teatro Elfo Puccini, sala Shakespeare, corso Buenos Aires 33, Milano

Martedì 5 marzo anteprima dedicata al pubblico dei giovani under 25(riduzione speciale 4 €)

Durata spettacolo:1 ora 15 –Orari: martedì, mercoledì, giovedì e sabato ore 20.30

venerdì ore 19.30 | domenica ore 16.00

Prezzi: intero € 34 / <25 anni € 15 / >65 anni € 18 / online da € 16,50

Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – whatsapp 333.20.49021

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