LOSANNA CELEBRA LE SUE GRANDI DONNE

Elegante, discreta e con un garbo senza tempo a cui è difficile sottrarsi. Elementi che esaltano l’innata femminilità di Losanna, città dalle spiccate risorse culturali, che nei secoli ha dato i natali, ospitato, accolto personalità che hanno lasciato il segno nella storia e nella cultura mondiale. Fra queste, molte ricercatrici, studiose, esperte d’arte, manager che nella capitale del Vaud si sono formate ed affermate e che ora rivestono ruoli ai vertici di istituzioni internazionali.

Alcune di loro, in questo 2021 in cui la Svizzera celebra i 50 anni del diritto di voto alle donne, sono le ispiratrici di percorsi reali o al momento anche solo virtuali, che invitano a scoprire curiosità ed infinite potenzialità di una città sempre al passo con i tempi.

Sarah Lombardi, un “faro” nell’enigmatico mondo dell’Art Brut

Dal 2013 è al timone della Collection de l’Art Brut, nata nel 1976 dal lascito dell’artista francese Jean Dubuffet alla città di Losanna e considerata la più grande raccolta al mondo di opere nate nel disagio: 60.000 lavori di oltre un migliaio di artisti, molti dei quali sinora mai esposti al pubblico. All’età di 7 anni, Sarah Lombardi visitò la Collection e ne rimase impressionata. Dopo la laurea in Storia dell’Arte all’Università di Losanna, per tre anni, a Montréal, ha organizzato mostre di lavori creati da persone con varie disabilità. Esperienze che ha fatto sue, e che la portano oggi ad avvicinare il visitatore all’ambiente, al vissuto dei singoli artisti prima ancora che metterne in risalto le opere. Molto aperta a collaborazioni con istituzioni museali e non al fuori dai confini svizzeri, ha da pochi giorni inaugurato la mostra Willem Van Genk - Megalopolis (fino al 27 giugno). Un’ esposizione in sintonia con la voglia di fuga collettiva determinata dal confinamento imposto dall’emergenza Covid, dove i disegni, dipinti e modelli di autobus dell’artista olandese - grandi pannelli di legno verniciati o realizzati con complessi collages – si ispirano al desiderio di sfuggire alla quotidianità e ai suoi viaggi reali ed immaginari, in particolare nell'ex URSS, a Roma, Parigi, Madrid, Copenaghen, Colonia e Praga. L’esposizione, curata dalla Lombardi con il supporto di Pascale Jeanneret, vede la collaborazione con il Museum van de Geest & Outsider Art, Amsterdam, la Fondazione Willem van Genk, prestiti dallo Stedelijk Museum (Amsterdam), dal Museo Dr. Guislain (Gand) e da diverse collezioni private in Svizzera e all'estero. Fino al 24 maggio prosegue anche L’Art Brut s’encadre, invito a riflettere sulla funzione del quadro nella psiche umana. www.artbrut.ch

Nel tempo libero, Sarah Lombardi ama passeggiare non lontano dal suo ufficio, fra i viali alberati del parco di Valency. Un tempo già in piena campagna, ora è un polmone verde a breve distanza dal centro, raggiungibile con i mezzi pubblici. O lungo il lago, tra Ouchy e la piana di Vidy dove la capitale del Vaud preserva vestigia e tracce dell’abitato gallo-romano di Lousonna, sorto all’incrocio tra strade e fiumi. Un interessante museo allestito in un'antica villa romana raccoglie testimonianze ed oggetti rinvenuti in questo insediamento già nell’antichità di strategica importanza.

Una curiosità? Lo Chậteau de Beaulieu, sede della Collection de l’Art Brut, nella seconda metà del ‘700 fu la residenza giovanile di Madame de Staël (1766-1817), figlia del Jacques Necker, ministro delle finanze di Re Luigi XVI e della losannese Suzanne Curchod, fondatrice dell’Hôpital Necker a Parigi. Scrittrice illuminata e donna di grande intelletto, è considerata una delle ispiratrici del Romanticismo.

Un filo rosa, dal Musée de l’Elysée a Plateforme 10

Prima di trasferirsi nelle vicinanze di Ginevra, Madame de Staël visse alcuni anni anche all’Elysée elegante dimora dove amava incontrare pensatori, scrittori, esuli di varie nazionalità. La storica residenza, fino all’autunno scorso è stata sede del Musée de l’Elysée, museo fotografico fra i più autorevoli a livello internazionale. Cassaforte di rari archivi fotografici, fra i quali quelli di Charlie Chaplin e René Burri, il museo dal 2015 è diretto dalla giovane Tatyana Franck, esperta di fotografia e d’arte moderna e contemporanea che sta preparando il trasferimento nella nuova sede nel nuovo distretto delle arti di Plateforme 10, dall’ottobre 2019 già sede del Musée Cantonal des Beaux Arts (MCBA).

Nel nuovo padiglione progettato dallo studio portoghese Aires Mateus troverà nuova collocazione anche il Mudac (Museo del design e delle arti applicate contemporanee), guidato dalla losannese Chantal Prod’Hom – in passato anche amministratrice delegata di Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazioni e arti visive fondato da Luciano Benetton ed Oliviero Toscani a Treviso -, capofila di una squadra tutta al femminile. In attesa della riapertura dei due musei (giugno 2022), Plateforme 10 si gode il Grand Prix 2020 nell'ambito del premio Fritz Höger per l'architettura in mattoni, assegnato lo scorso gennaio. Concorso fra i più importanti in Germania, si è guadagnato i favori della giuria per la monumentalità dell'edificio e il design sofisticato, così definito nella motivazione Un pezzo di storia che racconta come sfruttare appieno le possibilità dei mattoni. www.elysee.ch www.mudac.ch www.plateforme10.ch

Dall’Oriente ai vertici del Museo Olimpico

Portabandiera delle istituzioni losannesi e quarto museo più visitato della Svizzera, il Museo Olimpico da ottobre 2019 è diretto da Angelita Teo, giovane manager di Singapore che sovrintende anche la Fondazione olimpica per la cultura ed il centro studi olimpico. Inaugurato nel 1993 e ripensato interamente nel 2013 per ripercorrere in modo interattivo la storia ed i valori universali dei Giochi Olimpici antichi e moderni, il Museo è la vetrina di quel Comitato Olimpico Internazionale che il Barone francese Pierre De Coubertin trasferì per sicurezza a Losanna nel 1915, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. La sede originaria era al Lausanne Palace, ancor oggi riferimento per i meeting ufficiali del C.I.O., autorità massima in tema di sport. Con molta probabilità proprio nella capitale del Vaud fu decisa l’ammissione ufficiale delle donne ai Giochi, conquista che giunse nel 1920, in occasione delle Olimpiadi di Anversa. Forte dell’esperienza pluriennale al Museo Nazionale di Singapore e come responsabile dell’organizzazione di tre grandi Festival sempre a Singapore, Angelita Teo ha riorganizzato la mostra Celebrate Tokyo al Museo Olimpico (fino al 21 novembre), un variegato cartellone di eventi - due mostre, conferenze, week end tematici…che secondo la tradizione il Museo dedica alla città che nell’anno in corso ospita i Giochi. www.olympic.org

Losanna culla del Cinema elvetico

La Settima arte ha radici profonde a Losanna, dal 1948 sede della Cineteca Svizzera, l’unica istituzione elvetica che raccoglie e preserva la produzione cinematografica nazionale e fra le dieci più qualificate al mondo per la varietà e la qualità delle sue collezioni. Assistente di direzione nonché responsabile della programmazione è Chicca Bergonzi che coordina un piccolo esercito di archiviste, documentariste, restauratrici. Il quartiere generale si trova al Casino di Montbenon, un edificio del 1908 che ricorda il Trocadero di Parigi, sull’omonima balconata verde che domina il lago. Contrariamente a quanto possa suggerire il nome, non fu mai una sala da gioco, bensì luogo di concerti e di cultura ed oggi ospita nel suo giardino d’inverno la Brasserie di Montbenon, uno dei ristoranti più apprezzati di Losanna.

Due anni prima della Cineteca, nel 1946, Losanna inaugurò il suo Cine Club al Capitole, la più antica sala cinematografica losannese (1928) e la più grande della Svizzera in attività. Dal 2010 proprietà comunale è ora in via di restauro per tornare nel 2023 il ritrovo culte dei cinefili. Il progetto prevede la realizzazione di due sale e vari spazi dedicati dove il cinema potrà essere declinato in tutte le sue espressioni: anteprime, proiezioni di pellicole rare e di film muti accompagnati al pianoforte, ma anche produzioni contemporanee alla presenza di attori e registi. www.cinematheque.ch www.lecapitole.ch www.brasseriedemontbenon.ch Una passeggiata fra luoghi e ricordi di grandi donne di ieri e di oggi

Lucienne Schnegg - nel 1949 segretaria e dal 1996 proprietaria del Capitole, emblema di sessanta anni di passione per il cinema - , è una delle losannesi illustri a cui l’Università di Losanna si è ispirata per delineare un percorso urbano che ripercorre luoghi e vicende legati a concittadine che hanno contribuito allo sviluppo sociale, culturale e scientifico della città.

Una passeggiata di un chilometro e mezzo che in poco più di un’ora rende omaggio anche alle decorazioni murali di Alice Bailly dell’Opera di Losanna; tempio di quella musica classica cara a Marthe GuichardBerche, già a fine ‘800 elemento stabile dell’Orchestra di Losanna. Ed ancora a Germaine Martin, pioniera della fotografia già agli inizi del ‘900 e Suzi Pilet, che con i suoi scatti in bianco e nero – ora negli archivi del Musée de l’Elysée – ha combattuto una personale battaglia per l’emancipazione della donna. Al mondo del lavoro femminile si ricollegano le figure della scrittrice ed autrice Alice Rivaz, e Válerie de Gasparin Boissier, fondatrice nel 1859 della prima scuola laica di infermiere al mondo, istituto di alta formazione professionale ora ridenominato Ecole La Source. Non mancano le politiche, come Jacqueline MaurerMayor, prima donna eletta nel Consiglio di stato del Vaud e creatrice dello sportello contro le violenze domestiche; Antoinette Quinche, femminista convinta che nel 1926 fu la prima donna avvocato del Cantone; Yvette Jaggi, nel 1990, per due mandati, Sindaco di Losanna, ed ancora Marie Claude Jecquier, Responsabile degli affari Culturali della Città che in sintonia con la Quinche ha lavorato a molti progetti e « adottato » il Béjart Ballet, dal 1997 stabilitosi a Losanna. La lungimirante Catherine Schakowskoi de Rumine, nel 1862 favorì l’apertura del Museo Industriale, luogo formativo e vetrina delle innovazioni che ha precorso l’apertura del Mudac. A lei si deve anche il lascito di 10.000 franchi con cui fu costruito il Palais de la Rumine, prima sede universitaria e dei musei cantonali. Infine, Anne Cuneo, giornalista e scrittrice di origini italiane, che fra vicoli e botteghe del quartiere di Rôtillon, vitale rione in via di rilancio, invita a seguire le tracce dell’intrigante personaggio di Maria Machiavelli.

** Nomi che emergono dall’ombra a cui si assommano quelli di 100 donne che hanno fatto Losanna. Sulle orme dei pionier, titolo di un volume in libreria da marzo 2021, scritto a più mani su commissione della Città da giornalisti, storici, sociologi ed esperti; illustrato da Hélène Becquelin e pubblicato da Antipodes.

Un insieme di storie individuali e di destini che si sono in più di un caso incrociati nel tempo, di talenti spesso ignorati, a cui Losanna ora intende dare visibilità attraverso la posa di targhe commemorative o l'attribuzione di nomi di strade.

Come Henriette d'Angeville, alpinistra francese ma residente a Losanna che fu la prima donna a organizzare una spedizione in vetta al del Monte Bianco, o Lolette Payot, migliore tennista svizzera di tutti i tempi prima di Martina Hingis, cresciuta a Montchoisi; o la naturalista ed illustratrice Rosalie de Constant, il cui erbario è ancora un riferimento fondamentale per gli studiosi di botanica.

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