MILANO, TEATRO LITTA: THE SENSE OF LIFE FOR A SINGLE MAN

 

 

liberamente ispirato a “A Single Man” di Christopher Isherwood

progetto e regia Pasquale Marrazzo

con Dario Manera, Michele Costabile, Rossana Gay e Giovanni Consoli

scene Pasquale Marrazzo, Giovanna Angeli

costumi Pasquale Marrazzo

disegno luci Marco Meola

durata: 90 minuti

 

The Sense of life for a single man, torna sul palco del Teatro Litta di Milano uno spettacolo dove il sentimento infinito di solitudine diverrà il padrone assoluto del suo essere. L’unica persona a renderlo presente nel mondo l’ha lasciato per sempre.

 

Sinossi:

George Falconer è un professore inglese di letteratura all’Università di Los Angeles. Siamo nei primi anni ‘60 del secolo scorso e George, seduto nella sua solita poltrona, in una delle tante serate passate in attesa dell’arrivo del suo amato, apprende una “novità” che si presenta al suo cospetto senza possibilità di replica: il suo compagno è morto in un incidente stradale! Incapace di reagire al lutto e all’afflizione, per un amore che durava da sedici anni, si mette a riordinare carte, oggetti e sentimenti. Tenta persino di togliersi la vita con un colpo di pistola ma senza riuscirci.


Charley, una vecchia amica delusa e disillusa, prova a tirarlo fuori dalla malinconia che ormai l’ha pervaso.
La vita di George si è raggruppata in una serie di oggetti e di gesti che gli permettono di ricordarsi che è ancora in vita, mentre il senso della banalità del vivere, si fa sempre più nauseante.
“A single man” è un mélo intessuto di atti mancati e infiniti (rim)pianti. Il professore, portatore di un dolore universale, vive (e muore) nell’attesa del ricongiungimento all’amato. Sarà proprio il lutto, lo spirito della scena.

 

Note di regia:

Il testo tratta della “solitudine” e, non come semplice sentimento negativo che arriva a pungere il cuore del mal capitato, bensì come status vivendi, in cui la sfida non è fuggirla ma, osservarla da vicino per sezionarla nelle sue “parti intime”.

George si pone la domanda: “Sono un uomo solo”?  Darsi una risposta è facile, perché la solitudine la conosce da sempre. Possiamo dire che un omosessuale ne nasce corredato?  Si! Diciamolo pure che il primo sentimento che si sperimenta è l’emarginazione e quindi il senso sconfortante di essa.

George, il nostro protagonista, professore cinquantenne inglese con cattedra a Los Angeles, conosce bene lo sguardo interrogativo delle persone che lo circondano e, quella quantità di occhi gli ricorda costantemente che è “un uomo solo”. Sartre ci ha insegnato che noi viviamo nello sguardo degli altri e se loro ci vedono cosi, noi siamo esattamente quella cosa.

Invece il professore è a casa in attesa dell’arrivo del compagno e come tutte le sere, l’ansia di vederlo, si fa sempre più acuta.  Una telefonata improvvisa farà squillare le trombe e, la successione di piani che la mente di George gli suggeriva qualche attimo prima, sarà soppiantata da un altro ordine di cose. Come in una pellicola ben girata, se la naturale successione degli eventi coerenti tra se è interrotta da un nuovo elemento, il pubblico sarà co-stretto a partecipare all’inaspettata sequenza di fatti. Ecco che la magia del cinema si rende concreta, lo spettatore s’identifica sentimentalmente con il protagonista e vive con lui, come fosse sua, la nuova catena di avvenimenti. Siamo tutti in attesa di vivere la “novità”. Cosi, quella maledetta chiamata ha cambiato l’ordine delle cose e: non ci saranno più una cena, men che meno abbracci, nemmeno discussioni e litigi senza fine perché la camicia non era nel cassetto giusto o perché la signora ha l’abitudine di spostare le cose nel frigorifero senza avvisare. Non ci sarà più NULLA!!!

La prospettiva prossima a George è il vuoto. Il sentimento infinito di solitudine diverrà il padrone assoluto del suo essere. L’unica persona a renderlo presente nel mondo l’ha lasciato. Qualcuno ha investito e abbandonato sul ciglio di una strada il suo compagno, uccidendolo. George non dovrà più ironizzare sul proprio status ma dovrà accettare la malinconia nella sua manifestazione OMO- FISIOLOGICA.

Messinscena

I personaggi in scena sono quattro: George, Charlotte (una cara amica intimamente innamorata di lui) ,Jim (il fidanzato morto) e Kenny (giovane studente). I quattro protagonisti si muoveranno in uno spazio sinuoso riempito da luci che disegneranno man mano i luoghi in cui le scene si svolgono. La recitazione, elemento fondante per la messa in scena, sarà accentuata dalla mimica danzante/sognante degli attori. Un lavoro minuzioso sul ritmo e sul cambio scena ci condurrà in una sorta di montaggio cinematografico.

Pasquale Marrazzo

 

Dal 3 all’8 dicembre

INFORMAZIONI

MTM Teatro Litta

Corso Magenta, 24

da martedì a sabato ore 20:30 – domenica ore 16:30
Biglietti: Intero 25€, Intero - giornata di debutto 15€, Convenzioni 20€, Ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) 20€, Under30/Over65 15€, Scuole di teatro e Università 15€, Ridotto DVA 12.50€, Scuole di MTM, Paolo Grassi, Piccolo Teatro, Teatri Possibili 10€

spettacolo in abbonamento: Arcobaleno, Arcobaleno tandem, Arcobaleno over 65, Carta regalo x2, Carta regalo x4

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BIGLIETTERIA MTM     

Corso Magenta 24, Milano                       

02 86 45 45 45 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Prenotazioni e prevendita da lunedì a sabato dalle 15:00 alle 19:30

PREVENDITA ONLINE

Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito - punti vendita vivaticket.it

I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

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