LA SLOVENIA OCCIDENTALE: VINI E CULTURA TRANSFRONTALIERA

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In occasione della nomina di Gorizia e Nova Gorica a Capitali Europee della Cultura 2025, vi suggeriamo un viaggio dei sensi oltre confine, alla scoperta dei vini dell’Ovest sloveno, tra le zone di Brda, Vipava, Carso e Istria.

Un confine, molto spesso, è poco più di una linea sottile caduta dall’alto. Eterea, non divide nel quotidiano le vite di chi si trova al di qua e al di là di esso. Non riflette davvero una spaccatura, né dal punto di vista geografico, né da quello culturale. E quando pure questo accade, non è detto che le idee non passino comunque, che non si possano ritrovare da entrambi i lati di un confine elementi in comune.

A volte, come tra la Slovenia e l’Italia, un confine arriva improvviso, arbitrario, dirompente, come ancora vediamo nelle foto ingiallite del filo spinato in piazza Transalpina/trg Evrope a Gorizia/Nova Gorica. A vent’anni dall’ingresso della Slovenia nell’UE, questo confine è oggi a malapena visibile, ricordato da una placca nel centro della piazza che non divide, ma unisce.

Proprio in concomitanza con questo importante anniversario, le due città saranno, insieme, Capitale Europea della Cultura 2025 e centro nevralgico degli eventi che le accompagneranno al 2025, con la nascita del nuovo distretto ECOC, che prenderà vita proprio nel tratto di un km tra le due ex dogane.

Anche fuori dalla città, tra le dolci colline e le acque di queste valli, si percepisce sempre una certa continuità, anche se cambiano i nomi: il Vipacco diventa Vipava, il Collio – Brda, il Carso – Kras. E questa sensazione prosegue anche a tavola, soprattutto quando si parla di vini: è un intrigante gioco da intenditori, quello di percepire le differenze tra le caratteristiche organolettiche di questo e dell’altro lato del confine.

Facciamo un salto in Slovenia per scoprire qualcosa in più sui vini di queste terre di frontiera, protagonisti anche della prossima edizione del Vinitaly di Verona, atteso dal 14 al 17 aprile prossimi.

Brda: colline di sole nella terra del vino

Brda, il Collio sloveno, è al pari di quello friulano una straordinaria terra di vini. Ci troviamo in una posizione privilegiata, a metà tra l’Adriatico e le Alpi, tra colline soleggiate (sia la parola Collio che la parola Brda significano, appunto, colle) che hanno favorito da secoli lo sviluppo di vigneti bianchi come il Sauvignon e la Ribolla gialla, vitigno autoctono di casa da entrambi i lati della frontiera. Il progetto Brda home of Rebula riunisce proprio per questo motivo i viticoltori di entrambi i lati della frontiera con l’obiettivo di promuovere la Ribolla gialla. Gialla come il sole che irradia il territorio.

Tra le cantine locali segnaliamo Klet Brda Family Wineyard di Castel Dobra, la più grande cantina di tutto il paese, che coinvolge 400 famiglie locali in una produzione di milioni di litri di vino ogni anno, secondo principi di produzione sostenibile sia sotto il profilo ambientale che sotto quello sociale ed economico. Per una full immersion nei sapori di Brda, l’occasione giusta è Cantine Aperte: una vera e propria festa del vino della durata di due giorni alla scoperta del nettare di queste terre, organizzata da Kontrabánt, realtà locale che organizza tutto l’anno anche i Wine Safari.

Nova Gorica: una capitale della Cultura nella Valle del Vipava.

Appena fuori dalla città di Nova Gorica, si apre la Valle del Vipava (Vipacco), terra di vini pregiati dove a dominare è il bianco autoctono Zelèn, contraddistinto da riflessi verdolini e note fruttate di mela e pera. Tra le aziende del territorio a distinguersi è Sveti Martin, i cui vini da generazioni raccontano storie e riflettono il terroir da cui provengono. C’è la possibilità, tutto l’anno, di regalarsi una visita e una degustazione alla loro ricca cantina, che annovera, oltre allo Zelèn, al Pinela e ai Tresa bianchi e rossi, indiscussi padroni di casa, ottimi Ribolla, Klarnica, Rosé, Barbera, e Merlot.

Per chi, invece, vuole vedere più da vicino le produzioni locali, oltre ad assaporare le produzioni di due diverse cantine, nella valle del Vipava si diventa astronauti del vino: Winestronaut è l’esperienza che unisce la bellezza naturalistica delle colline alla conoscenza diretta di ben due vignaioli, che per l’occasione apriranno al pubblico le loro cantine (esperienza disponibile tutti i mesi dell’anno. Tariffe a partire da 79€ a persona).

Il Carso: dove vino e terra hanno lo stesso colore

Ancora più a sud si apre la regione geografica del Carso, contraddistinta da condizioni geologiche e mineralogiche uniche che concorrono alla creazione dell’aspetto “bucherellato” con cui questa terra si presenta. Sono più di 8.000, infatti, le grotte carsiche (termine utilizzato in geologia che proprio qui si è originato) trovate in questa regione, tra cui le più famose di San Canziano e di Postumia, ma ne vengono scoperte di nuove ogni anno.

Queste singolari condizioni mineralogiche si riflettono anche sulla tradizione vitivinicola del Carso, dove a splendere sono le migliaia di bottiglie di Terrano prodotte ogni anno. Un vino rosso come la terra di questa magnifica regione, dove l’uva Refosco assorbe la mineralità del territorio, acquisendo una sapidità da abbinare felicemente a un ricco tagliere di formaggi locali e prosciutto crudo essiccato sotto il soffio della Bora. Teran, oltre a presentare all’assaggio sentori di ciliegia e note aromatiche che variano di vigneto in vigneto, è anche un’uva dalle comprovate proprietà benefiche per la salute.

Istria: osmizze e vigneti vista mare

Andar per frasche, andar per osmizze”: un ritornello che suona familiare, restando in tema transfrontaliero, tanto per i triestini, quanto per gli istriani sloveni. L’etimologia della parola, a dire il vero, è slava, deriva dal numero otto e indica i giorni in cui ai viticoltori e ai contadini era consentito fin da fine Settecento, per decreto imperiale, mescere le eccedenze di vino dell’anno precedente sotto una frasca. È proprio un percorso fatto di frasche, infatti, a segnalare la presenza di un’osmizza in corso in un’azienda agricola lungo le strade di campagna alle spalle del litorale, dove ancora arriva leggera la Bora a pettinare vigneti e oliveti. Anche fuori dal periodo delle osmizze, sono molte le fattorie e le cantine che aprono le porte su prenotazione e permettono di gustare i loro prodotti a chi le visita, tra ottimi Malvasia, Moscato e Refosco.

Tra le cantine dell’Istria Slovena, merita senza dubbio una visita la Tenuta Brič, che grazie a un progetto dell’architetto Boris Podrecca è considerata tra le più moderne ed efficienti cantine al mondo.

Il Parco della Pace del monte Sabotino: memoria e condivisione tra i due lati della frontiera

Questo monte, traboccante di vita, è stato, durante la Prima Guerra Mondiale, teatro delle terribili battaglie dell’Isonzo. Proprio per questo è oggi attraversato dal cosiddetto Parco della Pace, che dalle Alpi all’Adriatico è condiviso tra la Slovenia e l’Italia. Il Sabotino presenta e conserva un patrimonio culturale e insieme naturale, che in un dialogo contrastante testimoniano l’assurdità della guerra e invitano a riflettere sul prezioso valore della pace. Il Parco della Pace include sentieri tematici costellati di vedute e curiosità, l’accesso a un incredibile sistema di gallerie e trincee e un centro visitatori con una mostra tematica sul fronte isontino.

Ente Sloveno per il Turismo in Italia
Tel: + 39 02 29511187 – 02 29514157
Galleria Buenos Aires, 1 – 20124 Milano
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