TURCHIA: SITI ISCRITTI NELLA LISTA DEL PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITÀ DELL’UNESCO

 

L'umanità ha dato un nuovo valore ai luoghi dove ha vissuto e dove ha lasciato capolavori che trasmettono la sua cultura alle generazioni successive. Per affermare i valori accettati come patrimonio comune di tutta l'umanità e per promuoverli e trasferirli alle generazioni future, l'UNESCO ha adottato la "Convenzione sul Patrimonio Mondiale dell’Umanità" nella sua conferenza generale tenutasi a Parigi nel 1972. La Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità è un elenco di siti presenti in ogni parte del mondo, riconosciuti di eccezionale valore dal punto di vista culturale e naturale. L'UNESCO, che ha l’obiettivo di garantire la cooperazione internazionale nella difesa dei valori che costituiscono il patrimonio comune dell'umanità, assume questi valori nel rispetto di criteri culturali e naturali. Secondo l'ultimo aggiornamento effettuato nella riunione del Comitato per il Patrimonio Mondiale dell'Umanità tra il 24 giugno e il 4 luglio 2018, i siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità sono in totale 1.092. Questi comprendono 845 siti culturali, 209 naturali e 38 misti, presenti in 167 nazioni del mondo.

 

La Turchia ha ratificato la Convenzione UNESCO il 23 maggio 1982. Ha attualmente 18 siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità e altri 77 siti sono candidati per entrare nella Lista.

1 AREE STORICHE DI ISTANBUL Provincia diIstanbul

Istanbul, l’unione dei continenti

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 06.12.1985 Riferimento : 356

Criterio : Culturale

 

Le aree storiche di Istanbul, che è stata la capitale di tre grandi imperi, sono state iscritte nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 1985.Istanbul,chehaunastoriadipiùdi2.500anni,èsituatasuuna

penisola circondata dal Mar di Marmara, dal Bosforo e dal Corno d'Oro. Le aree storiche di Istanbul, l'unica città al mondo a cavallo tra due continenti, sono composte di quattro settori principali : il Parco Archeologico (Piazza Sultanahmet e l’area circostante), la Moschea di Solimano, la Moschea del quartiere di Zeyrek (in precedenza Chiesa di Cristo Pantocratore) e l’area circostante di tutela e le mura della città di Istanbul. Istanbul è una città santa, dove moschee, chiese e sinagoghe vivono fianco a fianco proclamando la loro fraternità. Istanbul è anche famosa per i suoi palazzi, le ville e gli edifici monumentali : ciascuno un esempio unico degli stili architettonici ereditati dagli Ottomani. Il Palazzo Dolmabahce, la Moschea di Tophane, la Torre di Galata (Christea Turris) costruita dai Genovesi, la Moschea di Sultanahmet, Ayasofya (Santa Sofia), uno degli edifici monumentali del cristianesimo, e i suoi straordinari mosaici, il Palazzo di Topkapi, centro amministrativo dell’Impero ottomano, la Moschea di Solimano, capolavoro dell'architetto imperiale Mimar Sinan, lo storico Grande Bazaar (Kapali Carşi), la Cisterna Basilica (Yerebatan Sarnici), la musica danzante nella cupola di Hagia Irene (Aya Irini) fanno di Istanbul la capitale della storia e della cultura. Ayasofya fu costruita su uno dei più importanti siti storici di Istanbul e gli edifici presenti furono completati tra il 532 ed il 537 d.C. Costruita come una cattedrale, è stata il più importante centro della cristianità per circa 1000 anni. Dopo la conquista di Istanbul da parte degli Ottomani, fu trasformata in una moschea. L'edificio è attualmente usato come museo e si sa che, per la sua costruzione, fu spesa una somma enorme di denaro e diecimila operai vi lavorarono. La caratteristica più importante della Moschea di Sultanahmet, proprio di fronte ad Ayasofya, è che si tratta dell'unica moschea costruita con 6 minareti. Per la moschea, che ha più di 36 finestre, sono state utilizzate più di 20.000 tessere di ceramica di Iznik. Il Palazzo di Topkapi fu il centro amministrativo dell'Impero ottomano e oggi ospita lo Spoonmaker's Diamond (Kasikci Diamond) che ha fama mondiale. Attualmente il Palazzo è un museo che espone reperti unici della gloriosa storia dell'Impero ottomano. La Cisterna Basilica (Yerebatan Sarnıcı), costruita tra il 527 ed il 567 allo scopo di fornire acqua a tutto l'insediamento circostante, si trova all'interno del Parco Archeologico.  Secondo  la  mitologia  greca,  la  Medusa  trasformava  in  pietra  chiunque  osasse guardarla direttamente. La testa della Medusa, scolpita alla base di una colonna, può essere intravista nelle acque basse della cisterna ed è una delle attrazioni più visitate del Parco. Centinaia di palazzi e case in legno nei quartieri di Zeyrek e Suleymaniye, che costituiscono una parte importante delle aree storiche di Istanbul, sono riuscite a sopravvivere fino ad oggi. Istanbul è stata fonte di ispirazione per numerosi artisti grazie alla sua storia e alle sue bellezze naturali. Innumerevoli poesie e canzoni sono state scritte e composte per Istanbul. Istanbul, che è di una bellezza affascinante grazie alla sua ricchezza storica e culturale, attende tutti coloro che vogliono testimoniare il grande amore tra icontinenti.

 

2.  SAFRANBOLU Provincia diKarabuk

Originale esempio del tradizionale

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 17.12.1994 Riferimento : 614

Criterio: Culturale

 

Safranbolu, una città anatolica che porta in vita la storia attraverso le sue moschee, il mercato, i quartieri, le strade e le sue originali case, è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 1994. La città si trova nella regione della Paflagonia, che fu descritta da Omero nel suo poema epico Iliade, e la sua storia conosciuta risale al 3000 a.C. La città fu governata dagli Ittiti, dai Frigi, dai Lidi, dai Persiani, dai Regni  Ellenici (Ponto), dai Romani (Bizantini), dai Selgiuchidi, dai principati dei Cobanoglu e dei Candaroglu e infine dagli Ottomani. L’attuale struttura di Safranbolu e le sue case caratteristiche risalgono al XVII e al XVIII secolo. Safranbolu, una delle poche città rimaste intatte anche nella seconda metà del XIX secolo, si è sviluppata in conformità con il mutare delle esigenze nel corso del tempo, ma in assoluta armonia con la natura. La forza economica di Safranbolu si riflette nella vita della città e le case di Safranbolu rivelano in modo originale la cultura della città. Le case di Safranbolu rappresentano fortemente la cultura della città turca, il cui ricordo è vivo ancora oggi. Ci sono circa 2000 case tradizionali turche nel capoluogo del distretto. Oltre a queste, circa altre 800 case sono sotto protezione giuridica. Le case hanno una pianta che riflette lo stile di vita turco, i costumi e le tradizioni, in una disposizione ricca degli spazi. Le case sono modesti edifici realizzati nel pieno rispetto della natura e del vicinato. Le sporgenze emergenti del primo piano delle case di Safranbolu disturbano l’eccessiva uniformità di tutte le case. Le finestre delle case sono progettate appositamente come finestre strette e alte. I pannelli ed i telai in legno delle finestre caratterizzano le griglie di legno dette "musabak". Dettagli come i soffitti in legno, le pareti in legno decorate, gli accessori per porte in ferro battuto, le serrature e le chiavi, i malakari in gesso, ovvero decorazioni applicate sugli esterni in legno, e la qualità dei lavori di muratura sono fattori importanti e completano l’insieme. Safranbolu è un must per tutti coloro che desiderano esplorare la città e respirare la storia. Godete della splendida architettura e stringete la mano all'ospitalità dell’Anatolia!

 

3.  HATTUSHA Provincia di Corum

Un museo a cielo aperto

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 28.11.1986 Riferimento : 377

Criterio : Culturale

 

Hattusha, che fu la capitale dell'impero ittita durante l'antichità, è stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale nel 1986 sulla base di criteri culturali.  Hattusha,  che  è un  vero  e  propriomuseo  archeologico  a cielo aperto, fu fondata intorno al 1600 a.C. e divenne il centro dell’arte e dell'architettura dell’epoca. Hattusha si compone di due siti, la Città Bassa e la Città Alta. Visibili nella Città Bassa si trovano i resti di edifici associabili alla vita civica. Il Tempio Grande è il principale edificio di culto della città. Nella Città Alta è degno di nota il quartiere del Tempio, che comprende diversi edifici religiosi. Grazie alle sue due sale di culto, si pensa che questo Tempio fosse dedicato al dio della tempesta e alla dea del sole di Arinna, le più  importanti divinità dell'impero. La Città Alta è situata su un ampio arco ed era protetta da mura sul lato meridionale. Nelle mura c’erano cinque portoni. Sul lato meridionale delle mura della città, che è anche il punto più alto della città, sorgono i bastioni di Yerkapi e la Porta della Sfinge. La Porta del Re e la Porta del Leone sono situate alle estremità delle mura meridionali. I leoni scolpiti sulla facciata esterna della Porta  del Leone sono tra i migliori esempi di scultura in pietra dell’epoca ittita. Il santuario di Yazilikaya, che si trova a 2 km a nord-ovest di Hattusha, è considerato il tempio a cielo aperto più importante della città. Si compone di due stanze tagliate nella roccia separate da un singolo edificio che riflette lo stile architettonico degli Ittiti. Le camere tagliate nella roccia del santuario di Yazilikaya vengono chiamate Galleria Maggiore (sala A) e Galleria Minore (sala B). L'estremità occidentale della parete rocciosa della Galleria Maggiore  (sala A) è decorata con rilievi che raffigurano divinità maschili, mentre l'estremità orientale è decorata con rilievi che raffigurano divinità femminili. Le figure di entrambe le estremità si trovano di fronte alla sezione centrale, esattamente nel punto in cui le pareti di roccia orientale e occidentale incontrano la parete nord. Qui è dove veniva posizionato il palco principale. La Galleria Minore (sala B), che ha un ingresso separato, è protetta da rilievi che raffigurano demoni con teste di leone, corpi umani e ali. Il rilievo che decora la parete occidentale della sala B raffigura dodici divinità allineate alla loro sinistra, mentre sulla parete orientale vi sono rilievi raffiguranti una spada che esce in verticale dalla testa della divinità, che si ritiene rappresenti il dio dell’oltretomba Nergal, e il dio Sarruma che accompagna il re Tudhaliya IV. In questa sezione, oltre ai rilievi ben conservati, vi sono tre nicchie scavate nella roccia. Si ritiene che queste nicchie siano state utilizzate per depositare i regali o forse le urne contenenti le ceneri dei membri della famiglia reale ittita. Hattusha è in attesa di tutti coloro che vorrebbero seguire le tracce della civiltà ittita, testimoniandone la storia.

 

4.  PARCO NAZIONALE DI GOREME E SITI ROCCIOSI DELLA CAPPADOCIA Provincia di Nevsehir

Cappadocia: disegnata dalla natura

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 06.12.1985 Riferimento : 357

Criterio : Naturale / Culturale

 

La Cappadocia, che è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 1985 sulla base di criteri naturali e culturali, si trova ad una distanza di circa 14 km da Nevsehir e copre un'area di circa 40 kmqtra i capoluoghi dei distretti di Avanos e Urgup. Il Parco Nazionale di Goreme e la Cappadocia sono un unico disegno della natura con pendii ricoperti dai camini delle fate, ricchi di risorse idriche nel fondovalle, una vegetazione abbondante e numerose chiese ricavate nella roccia ed affrescate. La Cappadocia, che è stata scolpita in milioni di anni nel tufo delle montagne Erciyes e Hasan dall’erosione della sabbia e dell’acqua, è stata la culla di diverse civiltà ed un testimone silenzioso della storia culturale dell’Anatolia. La Cappadocia comprende anche città sotterranee. Si ritiene che queste incantevoli città sotterranee della Cappadocia, solo parzialmente riemerse, abbiano altri livelli più profondi ancora in attesa di esplorazione. Le città sotterranee più straordinarie si trovano nelle regioni di Kaymakli, Derinkuyu, Mazi Ozkonak e Tatlarin. Le città sotterranee, per lunghi periodi utilizzate come santuari, sono state recentemente restaurate e messe a disposizione dei visitatori. I visitatori che si recano in Cappadocia incontrano gli esempi più selezionati dell’arte e dell’architettura selgiuchide e ottomana. I caravanserragli di Egri Minare, Alayhan e Sultanhani, il caravanserraglio di Sarihan, la Moschea Taskinpasa di Urgup, le Moschee di Sungur Bey e di Aladino a Nigde sono tra i molti edifici da visitare. Per esplorare questo territorio misterioso e per testimoniare la sua armonia tra uomo e natura, si dovrebbero anche visitare Urgup, Uchisar, Avanos, Goreme, Cavusin, Ortahisar, Ihlara Gorge, Sinnassos (Mustafapasa), Soganli Gorge, Zelve Gorge e Guverclnlik Gorge. La Cappadocia, che riflette l'armonia tra natura e umanità, attende tutti coloro che vogliono scoprire questo territorio misterioso e testimoniare lo straordinario disegno della natura.

 

5.  GRANDE MOSCHEA E OSPEDALE DI DIVRIGI Provincia diSivas

La moschea dove le pietre erano rivestite d’amore

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 06.12.1985 Riferimento : 358

Criterio : Culturale

 

Primi edifici turchi ad essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, la Grande Moschea e l’Ospedale di Divrigi furono costruiti nel XIII secolo dallo Scià Ahmed e da sua moglie Melike Turan della dinastia dei Mengugekidi. Progettata dall'architetto Hurrem, Scià di Ahlat, nel 1288, la Grande Moschea di Divrigi è rinomata per la sua architettura monumentale, per la sua cupola esagonale e per le sue originali decorazioni scolpite nella pietra. La Grande Moschea e l’Ospedale hanno una facciata lineare. Lo status di capolavoro unico si basa invece sulla qualità delle decorazioni scolpite nella pietra che ornano il grande portale dell’Ospedale, il portale nord della Moschea, il portale occidentale della Moschea e il portale del palco dello Scià. Nelle decorazioni ciascuna figura è una meraviglia unica di arte e architettura, ma allo stesso tempo un prodigio di ingegneria. Storici dell'arte e architetti concordano sul fatto che non ci sono altri esempi di stili dalla geometria così intricata e tri-dimensionale né esistono rappresentazioni di piante così fluttuanti. I suoi portali sembrano avere preso in prestito dallo stile barocco, selgiuchide e gotico, ma rappresentano comunque uno stile unico e completamente autonomo. Tutte le figure scolpite sui portali e sui muri erano asimmetriche e ogni riquadro ha migliaia di figure scolpite nella pietra. La caratteristica principale dei disegni presenti nei portali è la loro unicità : ciascun disegno è differente dalle altre decorazioni. Per esempio, la corona della vita usata sul portale della facciata nord è degna di nota poiché raffigura una pianta del mondo totalmente immaginaria, che esisteva solo nella fantasia dell'artigiano che l’ha realizzata. Allo stesso modo i portali, tutte le basi, i fusti e i capitelli delle colonne e la superficie interna della cupola erano decorati con uno stile differente, distinto e unico. L'Ospedale, situato vicino alla Grande Moschea, è di per sé, un capolavoro di scultura in pietra. Condivide la splendida unità della Grande Moschea. L'Ospedale è un edificio di due piani con un cortile centrale circondato da portici ed è concepito come un ospedale in cui le cure includevano il suono rilassante dell'acqua che scorreva dalle fontane. Questo emozionante capolavoro in pietra modellato con amore sta aspettando i suoivisitatori.

 

6.  MONTE NEMRUT Provincia di Adiyaman

Il sole sorge e tramonta con una maestosità unica al Monte Nemrut !

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 11.12.1987 Riferimento : 448

Criterio : Culturale

 

Il Monte Nemrut, con il tumulo contenente la tomba del re Antioco del Regno di Commagene e diverse statue giganti, è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 1987. Il Monte Nemrut èconosciuto anche come il più alto museo a cielo aperto del mondo. Con le sue affascinanti statue che si ergono per dieci metri di altezza e le iscrizioni lunghe metri e l'antico santuario di Commagene, è situato nel distretto di Kahta nella provincia di Adiyaman. Il Monte Nemrut è stato uno dei luoghi di culto più maestosi dell'antica Anatolia. Secondo le iscrizioni, Antioco costruì una tomba monumentale, con un tumulo di pietre tagliate eretto sopra la tomba e terrazze lungo i tre lati del tumulo. Quelle terrazze sono note come Terrazza Est, Ovest e Nord. Nella Terrazza Est e nella Terrazza Ovest si trovano statue giganti, iscrizioni e rilievi. Cinque statue raffigurano gli dei e, tra le divinità, si trova la figura di Antioco. La Terrazza Est e la Terrazza Ovest hanno cinque statue di divinità, posizionate nello stesso ordine su entrambe le terrazze. Le statue sono fatte di blocchi di pietra, ciascuno del peso di 7-8 tonnellate, e sono sedute su troni di circa sette metri sopra il piano della terrazza. Le teste delle statue sono cadute e sono sparse sulle terrazze. La fila di statue inizia con una statua di un leone e di un’aquila. Il leone, il re degli animali, rappresenta il potere terreno, e l'aquila, la messaggera degli dei, rappresenta il potere celeste. La Terrazza Est contiene la Galleria degli Dei, la Galleria degli Antenati e l'Altare. La Terrazza Ovest fu costruita in modo simile, ma si è molto meglio conservata. La Terrazza Nord era utilizzata come via di passaggio tra la Terrazza Est e la Terrazza Ovest ed era circondata da un muro di pietra arenaria. Dietro i blocchi di pietra che compongono i troni delle statue nella Terrazza Est e nella Terrazza Ovest, vi è un’iscrizione di culto di 237 righe, composta in lettere greche. L'iscrizione rappresentava la volontà di Antioco e contiene informazioni sul santuario e sui rituali che dovevano essere utilizzati per praticare il culto. Il Monte Nemrut, con i panorami più maestosi del mondo all’alba e al tramonto, così come le statue giganti e la tomba monumentale, attende i suoi visitatori.

 

7.  XANTHOS E LETOON Provincia di Antalya Terra diepopee

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 09.12.1988 Riferimento : 484

Criterio : Culturale

 

Xanthos, che fu la capitale della Licia tra il 700 ed il 300 a.C., è conosciuta per essere stata il più grande centro amministrativo della Licia durante l'antichità. Letoon, che è stata iscritta alla World Heritage List dell'UNESCO insieme a Xanthos nel 1988, fu invece uno dei centri religiosi più importanti dell'antichità. Xanthos è il luogo dove visse Sarpedonte. Sarpedonte incoraggiò il principe Ettore durante la guerra di Troia, scrivendogli una poesia. Il sito è sulla strada tra Fethiye e Kas, a 46 km da Fethiye. Fa parte dell’attuale paese di Kinik, sul ruscello Esen che separa le province di Mugla e Antalya. Il valore archeologico di Xanthos e Letoon li rende parte molto importante del patrimonio mondiale. I siti sono a circa 4 km di distanza. I sarcofagi originali della Licia, una volta situati appena sopra l'anfiteatro, e l'originale Tomba dell’Arpia si trovano al British Museum. Il santuario di Latona fu scoperto nel 1840. Ci sono un teatro a sei file di gradinate, una basilica, tavole con iscrizioni, tre templi, un portico circolare collegato all’edificio di culto dell'impero e una stoà a forma di L. Nella città antica, ci sono tre templi dedicati a Latona e ai suoi due figli gemelli. I gemelli di Latona, Apollo e Artemide, erano divinità e sono stati onorati, come la loro madre, con un tempio ciascuno. Il tempio più grande, dedicato alla madre di Artemide e Apollo, è il Tempio di Latona costruito sul lato ovest instileperiptero.Misura30.25x15,75m.Sullatoorientale,il Tempio di Apollo è in stile dorico e misura

27.90 x 15.07m. Il Tempio di Apollo appare esattamente come le case raffigurate nelle tombe licie. I resti della fondazione sono particolarmente degni di nota per la loro struttura in legno. Il tempio più piccolo di Artemide è situato tra gli altri due templi. Misura 18.20 x 8.70m. Poiché il livello dell'acqua è aumentato fin dall'antichità, la parte inferiore degli edifici è ora sott’acqua. Con il suo spettacolare teatro, i resti delle strutture, i mosaici e le rovine sotterranee, Xanthos è in attesa di essere scoperto e Letoon, con i templi di Latona, Apollo e Artemide, il monastero, la fontana e le rovine del teatro romano, è in attesa di visitatori per raccontare la suastoria.

 

8.  PAMMUKKALE E HIERAPOLIS Provincia di Denizli

Una terra sacra vestita di bianco

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 09.12.1988 Riferimento : 485

Criterio : Naturale / Culturale

 

Secondo la leggenda che narra il mistero di Hierapolis al mondo intero, una brutta pastorella, gravata dal peso della vita, si gettò in acqua ma si trasformò in una bella fanciulla nelle acque di Hierapolis. Hierapolis fu fondata durante l'era Frigia e il suo nome deriva da Hiera, la bella moglie di Telefo re di Pergamo. Hierapolis ha giocato un ruolo importante nella diffusione del cristianesimo in Asia Minore ed è il luogo dove morì Filippo, uno dei dodici Apostoli di Gesù. Per questo motivo, Hierapolis diventò un importante centro religioso nel IV secolo d.C. Più tardi assunse il ruolo di Guida dell'Oriente e vide il suo più brillante periodo tra il 96 ed il 162 d.C. Hierapolis passò sotto il dominio bizantino nel 395 e divenne diocesi vescovile. A Pamukkale storia e natura si incontrano in modo straordinario. Il nome di Hierapolis significa anche città sacra. Vi si trovano la necropoli, la strada e la Porta domiziana, il tempio di Plutonio posizionato in una piazza, il teatro con rilievi raffiguranti la mitologia di Apollo e Artemide, la strada e la Porta di Frontino, l'Agorà, la Porta Bizantina Nord, la Porta Bizantina Sud, il Ginnasio, la Fontana con Tritone, la Casa con capitelli ionici, l’area sacra ad Apollo, gli acquedotti ed il Ninfeo, le mura della città, il Martyrium di San Filippo e il ponte, la Colonna Chiesa, le rovine della Basilica e delle Terme Romane. Questi sono ancora in piedi in tutta la loro gloria. Il travertino di Pamukkale si è creato da un’acqua termale che deposita il carbonato di calcio in essa contenuto. La meraviglia naturale dei depositi di travertino di Pamukkale si estende in una cascata lunga 160 metri di altezza e 2700 metri di lunghezza. Con il suo colore bianco brillante, può essere vista ad una distanza di 20 km. A Pamukkale vi sono 17 sorgenti termali con una temperatura dell'acqua che oscilla tra i 35 ed i 100 gradi. Le sorgenti di acque minerali termali e lo straordinario paesaggio hanno impressionato le persone fin dall'antichità. Le persone ricche venivano da Roma e dalle altre città dell'Anatolia per trascorrere i loro ultimi anni a Hierapolis. Ed è per questo motivo che la necropoli è piena di tombe monumentali decorate con stili di differenti regioni. I reperti storici rinvenuti negli scavi sono esposti al Museo Archeologico di Hierapolis. La città antica di Tripoli nel distretto di Buldan e l’antico insediamento di Colossea nel distretto di Hozanz sono i più importanti di tutti gli insediamenti antichi della regione. Questa terra sacra vestita di bianco è in attesa di tutti coloro che vogliono guarire nelle sue acque grazie alle terapie naturali.

 

9.  SITO ARCHEOLOGICO DI TROIA Provincia di Canakkale

La città della mitologia

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 02.12.1998 Riferimento : 849

Criterio : Culturale

 

L'antica città di Troia, nota per la guerra descritta da Omero nel suo poema epico Iliade, è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 1998.Con i suoi quattro mila anni di storia, è uno dei siti archeologici più famosi del mondo. Si trova alle pendici del mitologico Monte Ida, all’interno della provincia di Canakkale. Troia è stata menzionata la prima volta da Omero nel suo poema epico Iliade, come luogo della guerra di Troia. Secondo la leggenda, la dea del mare Teti ed il titano Atlante avevano una figlia di nome Elettra. Elettra sarebbe diventata la moglie di Zeus e avrebbe dato la luce a Dardano. Dardano avrebbe fondato la città di Dardania. Il figlio di Dardano, Troo, morì nelle terre di Turas e il nipote di Darnano, Ilo, fondò la città di Troia. Nei pressi del Monte Ida si svolse il famigerato concorso di bellezza che diede origine alla guerra di Troia. Le tre bellezze del concorso erano Era, Atena e Afrodite e il giudice era Paride. Paride scelse Afrodite, perché Afrodite gli aveva promesso l'amore di Elena di Sparta, moglie del re Menelao. Paride rapì Elena e la portò a Troia, provocando così la guerra. Troia è nota per avere nove strati archeologici, e, attualmente, le fondamenta delle case, i teatri, un sistema di depurazione dalla tecnologia piuttosto avanzata, i bagni pubblici e i vari oggetti che sono stati trovati datano questi diversi strati. Secondo gli scavi realizzati a Troia, la città fu fondata e devastata più volte nel corso della sua storia. Di conseguenza, gli strati degli insediamenti, numerati da 1 a 9, possono essere visti contemporaneamente. I Troiani sostituirono la dinastia degli Achemenidi nella satrapia di Sardi e governarono l’Anatolia per 505 anni fino all’avvento del regno del re di Lidia Candaule (735-718 a.C.). Gli scavi dell’archeologo Schliemann, iniziati nel 1871, hanno portato alla luce 9 resti delle città antiche e 42 abitazioni. Anche il Tesoro del re Priamo è stato trovato durante queste operazioni. Il sito archeologico della città di Troia è in attesa di tutti coloro che amano rintracciare la storia di anticheculture.

 

10.  MOSCHEA E COMPLESSO DI SELIMIYE AD EDIRNE Provincia diEdirne

Capolavoro dell’architettura ottomana

 

Data iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 27.06.2011 Riferimento :1366

Criterio :Culturale

 

La Moschea di Selimiye a Edirne è uno dei più straordinari esempi di architettura ottomana realizzati dal grande Mimar Sinan fra il 1568 ed il 1574. La grande moschea quadrata, grazie alla sua straordinaria cupola e ai suoi quattro svettanti minareti di oltre 80 metri, domina il panorama dell’antica città ottomana di Edirne, l’antica Hadrianopolis, nella Turchia Europea. Sinan, il più celebre degli architetti ottomani del Cinquecento, considerava questo edificio come il suo più riuscito capolavoro. Mentre le moschee convenzionali erano costituite da un interno segmentato, lo sforzo di Sinan a Edirne fu quello di realizzare una struttura che consentisse di vedere il mihrab da qualsiasi posizione all’interno della moschea. Il complesso include anche una madrasa (un tempo adibita a scuola coranica, ospita oggi il museo di arte islamica), un mercato coperto, un ospedale, un hammam, una corte esterna ed una biblioteca. Tutt’intorno si estendono giardini molto curati. L’interno, a pianta ottagonale, è ragguardevole, soprattutto per la cupola (larga 31,22 metri e alta 42,30 metri) di cui Sinan andava fiero e che ricalca quella di Ayasofya ad Istanbul. La bellezza derivante dalle forme geometriche è il culmine della ricerca progettuale di una lunga vita, da parte di Sinan, per ottenere uno spazio unitario interno. La decorazione interna in ceramica di Iznik, nel momento della sua massima produzione, testimonia una forma d’arte che non avrà uguali nella storia per quanto riguarda l’utilizzo di questo materiale. L’insieme è considerato come l’espressione più armoniosa mai raggiunta da questo tipo di strutture ottomane dette külliye, un insieme di edifici legati ad una moschea e gestiti come un’unica struttura. La Moschea di Selimiye a Edirne è una destinazione obbligatoria per tutti colori che, amanti dell’architettura, vogliono scoprire uno dei capolavori del grande architetto Sinan, il Michelangelo ottomano!

 

11.  SITO NEOLITICO DI CATALHOYUK Provincia di Konya

Un altro tempo, un’altra vita

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO :2012 Riferimento:1405

Criterio :Culturale

 

Due colline formano il sito che si estende per un’area di 34 acri, nell’altopiano dell’Anatolia meridionale. Il tumulo più alto, posizionato ad est, contiene 18 livelli di insediamenti neolitici che risalgono al periodo tra il 7400 e il 6200 a.C. e che comprendono dipinti murali, rilievi, sculture e altre figure simboliche e artistiche. Ci sono anche raffigurazioni di divinità, specialmente femminili, legate al culto domestico della fertilità e della generazione. Presi nel loro insieme, questi livelli testimoniano l’evoluzione dell’organizzazione sociale e delle pratiche culturali nel momento in cui gli uomini si stavano adattando ad una vita sedentaria. Il tumulo posizionato ad ovest mostra l’evoluzione delle pratiche culturali nel periodo del Calcolitico, quindi dal 6200 al 5200 a.C. Çatalhöyük fornisce un’importante prova della transizione dai villaggi – ormai consolidatisi – all’agglomerato urbano che si è mantenuto nella stessa posizione per più di 2000 anni. È composto da un unico insediamento di case senza strade, addossate l’una all’altra con l’accesso al tetto negli edifici. Essendo poi di altezze diverse, ci si spostava passando da un tetto ad un altro e per molte case l’ingresso su quest’ultimo era l’unica apertura. La circolazione e gran parte delle attività domestiche avveniva dunque al livello delle terrazze. L’assenza di aperture verso l’esterno, nonché di porte a livello del terreno, difendeva la comunità dagli animali selvatici ed aeventuali incursioni di popolazioni confinanti,anche se resta oscuro il livello di conflittualità tra le diverse comunità dell’epoca. L’unica via d’accesso all’intero complesso erano scale che potevano facilmente essere ritirate in caso di pericolo.

 

12.  BURSA E CUMALIKIZIK Provincia di Bursa

La nascita dell'Impero Ottomano

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 2014 Riferimento :1452

Criterio :Culturale

 

Situate alle pendici del monte Uludağ nella parte nordoccidentale della Turchia, la città di Bursa e il villaggio di Cumalıkızık rappresentano un sistema urbano e rurale che ha inciso notevolmente nella storia dell’Impero Ottomano, di cui Bursa divenne la prima capitale e sede del Sultano all’inizio del XIV secolo.  Con l’inserimento di Bursa e Cumalıkızık tra i siti UNESCO, si è voluto in realtà inserire un insieme di sei componenti differenti ovvero il villaggio di Cumalıkızıke cinque complessi creati da cinque sultani: il Complesso Sociale di Orhan Gazi, il Complesso Sociale di Yıldırım Bayezid, Hüdavendigar (Murad I), The Green (Mehmed I) e Muradiye (Murad II). Questi complessi pubblici detti külliye, composti  da moschee, una madrasa (scuola), hammam (bagni pubblici), cucine pubbliche e un cimitero, erano centri caratterizzati dall’avere funzioni sociali, culturali, religiose ed educative e hanno determinato i confini della città. Le case sono state costruite vicino ai külliye, trasformandosi in quartieri veri e propri, e nei pressi dei külliye si trovavano anche le aree rurali che erano gestite come aree istituite al servizio della collettività, secondo il sistema della “vakıf” (fondazione pia). Ad esempio, lo scopo di Cumalıkızık come villaggio “vakıf”, il che significa che apparteneva permanentemente a un külliye, era di fornire reddito al Complesso Sociale di Orhan Gazi. L’eccezionale metodologia di pianificazione urbana è espressa nella relazione tra i cinque complessi, uno dei quali costituisce il cuore del centro commerciale della città, e Cumalıkızık che è il villaggio “vakıf” meglio conservato di Bursa. Questa metodologia si sviluppò durante la fondazione della prima capitale dell’Impero Ottomano all’inizio del XIV secolo e si espanse fino alla metà del XVsecolo.

 

13.  PERGAMO Provincia di Izmir

L’acropoli e il paesaggio culturale stratificato

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 2014 Riferimento :1457

Criterio :Culturale

 

La città di Pergamo (Bergama in turco) fu fondata nel III secolo a.C. come capitale della dinastia degli Attalidi. Situata nella Regione Egea, cuore del mondo  antico,  e  all’incrocio  tra  Europa  e  Medio  Oriente,  divenne un importante centro culturale, scientifico e politico. La creazione della città è partita dall’acropoli, per poi integrare nel piano urbano il terreno in forte pendenza e la pianura di Bakırçay. L’eccezionale composizione dei monumenti comprende il teatro, estremamente ripido, la lunga stoà, un ginnasio terrazzato, il grande Altare di Zeus, i tumuli, le condutture dell’acqua a pressione, le mura della città e il Santuario di Cibele perfettamente allineato con l’acropoli. Come capitale degli Attalidi, la città di Pergamo aveva un forte potere politico e artistico e qui venne fondata una delle più grandi biblioteche del mondo antico e una famosa scuola di scultura. Dopo essere passata sotto i Romani nel 133 a.C., Pergamo divenne una vera metropoli della provincia romana dell’Asia. I Romani mantennero le strutture già esistenti del periodo ellenistico, aggiungendo nuove funzioni come centro culturale e imperiale dell’impero. Di conseguenza, durante il periodo romano, molte importanti strutture furono costruite o ulteriormente sviluppate: il vicino Santuario di Asclepio, il grande anfiteatro romano, l’acquedotto, il Tempio di Traiano e il Serapeo. Durante il periodo bizantino perse di importanza da un punto di vista politico-commerciale ma divenne sede di una delle Sette Chiese dell’Asia. Dopo l’arrivo degli Ottomani, Pergamo subì un ulteriore adattamento urbanistico e infatti la città incorpora ad oggi strutture ellenistiche, romane, bizantine e ottomane, che riflettono – nelle varie epoche storiche – il Paganesimo, il Cristianesimo, l’Ebraismo e l’Islam.

 

14.   EFESO Provincia di Izmir

Uno dei siti archeologici più famosi del Mediterraneo

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 2015 Riferimento : 1018rev

Criterio : Culturale

 

Situata all’interno di quello che un tempo era l’estuario del fiume Caistro, la città di Efeso racconta una storia di insediamenti continui e complessi che vanno dalle origini nel VII millennio a.C. (con il Tumulo di Çukuriçi) ai giorni nostri con la moderna città di Selçuk. L’area archeologica di Efeso – una delle meglio conservate del Mediterraneo – comprende insediamenti ellenistici e romani, che furono costruiti su aree sempre diverse, in un ampliarsi continuo della struttura urbanistica, che seguiva il ritirarsi della costa verso ovest causato dalla sedimentazione del fiume. Si tratta quindi di un’area particolarmente grande, che denota il ruolo fondamentale che ebbe la città nel corso dei secoli. Nel VII secolo a.C. dodici città ioniche, nate dalla migrazione di popolazioni elleniche sulla costa egea della Penisola Anatolica, si unirono nella Lega Ionica sotto la guida di Efeso. Nel IV secolo a.C. giunse qui Alessandro Magno, in guerra contro i Persiani e quindi acclamato dalle popolazioni della Ionia; Lisimaco, uno dei dodici generali del re macedone, fondò la nuova città di Efeso, mentre veniva abbandonata la vecchia città che si era sviluppata intorno al tempio di Artemide (Artemision). Quando l’Asia Minore fu poi incorporata nell’Impero Romano, Efeso fu designata capitale della nuova provincia. Gli scavi hanno rivelato grandi monumenti di epoca imperiale romana tra cui la Biblioteca di Celso, il Grande Teatro, i bagni pubblici e le Case a Terrazza, riccamente affrescate. Non bisogna dimenticare che Efeso fu per un periodo la terza città più potente del mondo antico dopo Roma e Alessandria d’Egitto. Non distante dall’area archeologica, poco rimane del famoso Tempio di Artemide, una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico, che per secoli ha attirato i pellegrini provenienti da tutto il Mediterraneo e i cui marmi furono reimpiegati per la costruzione della vicina Chiesa di San Giovanni ad Efeso e di Ayasofya a Istanbul. Dal V secolo, la Casa della Vergine Maria, una cappella a croce sormontata  da una cupola, a soli sette chilometri da Efeso, è diventata un luogo importante di pellegrinaggio cristiano. Qui visse i suoi ultimi anni di vita la madre di Gesù, avendo seguito San Giovanni Apostolo in Anatolia il quale fu nominato Vescovo di Efeso. La Moschea di Isa Bey e l’insediamento medievale sulla collina di Ayasuluk segnano invece l’avvento dei Selgiuchidi e dei Turchi Ottomani.

 

15.  DIYARBAKIR Provincia di Diyarbakir

La città fortificata e i Giardini di Hevsel

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 2015 Riferimento :1488

Criterio :Culturale

 

Situata su una scarpata del bacino superiore del fiume Tigri nella cosiddetta Mezzaluna Fertile, la fortezza di Diyarbakır è stata un importante     centro     commerciale     sin    dal     periodo     ellenistico, e successivamente in epoca romana, sassanide, bizantina, islamica e ottomana, fino ad oggi. Il paesaggio culturale iscritto nella Lista UNESCO comprende il castello interno detto İçkale, le impressionanti mura della città lunghe 5.800 m con le loro numerose torri, le porte, i contrafforti e 63 iscrizioni di epoche diverse, così come i fertili Giardini di Hevsel, un’area verde tra la città e il Tigri che riforniva la popolazione con cibo e acqua. Le mura della città – e la prova dei danneggiamenti, delle riparazioni e dei rinforzi fin dal periodo romano – sono una potente testimonianza fisica e visiva dei molti periodi della storia della regione. La possibilità di ammirare le mura,sia da un punto di vista urbanistico che paesaggistico, è significativa, così come lo sono le risorse idrologiche e naturali che supportano la funzionalità del sito.

 

16.   ANI Provincia di Kars

Straordinario insediamento di epoca medievale

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 2016 Riferimento :1518

Criterio :Culturale

 

Il sito di Ani si trova nel nord-est della Turchia, a 42 km dalla città di Kars, su un isolato altopiano triangolare che si affaccia su un burrone, che forma il confine naturale con l’Armenia. La continuità dell’insediamento ad Ani per quasi 2500 anni si deve alla sua posizione geografica, su un altopiano facilmente difendibile e circondato da fertili vallate fluviali. Questa città medievale combina strutture residenziali, religiose e militari, caratteristiche di un’urbanistica medievale costruita nel corso dei secoli da dinastie prima cristiane e poi musulmane. Abitata fin dall’età del bronzo, Ani fiorì nel X e XI secolo d.C. quando divenne capitale del Regno dei Bagratidi e trasse profitto dall’essere in una posizione strategica sulla Via della Seta. Più tardi, sotto la sovranità bizantina, selgiuchide e georgiana, mantenne il suo status d’importante crocevia per le carovane mercantili, controllando le rotte commerciali tra Bisanzio, la Persia, la Siria e l’Asia centrale. L’invasione mongola, il devastante terremoto del 1319 e un cambiamento nelle rotte commerciali segnarono l’inizio del declino della città. Tutto fu abbandonato dal XVIII secolo. L’area principale del sito è costituita da resti architettonici situati in tre zone: la cittadella, che comprende le rovine del Palazzo Kamsaragan, la Chiesa del Palazzo e altre quattro importanti chiese; la cittadella esterna che comprende il Tempio del Fuoco, la Cattedrale, i Bastioni di Smbat II, il Complesso dell’Emiro Ebu’l Muammeran, il Palazzo selgiuchide, alcune case, il mercato e il Ponte della Via della Seta; e l’area fuori dalle mura della città. Anche le rocce scolpite in una delle valli che circondano la città fanno parte delsito.

 

17.   AFRODISIA Provincia di Aydin

L’antica città della Caria e le sue cave di marmo

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 2017 Riferimento :1519

Criterio :Culturale

 

Afrodisia è un’antica città della Caria e, insieme alle cave di marmo che si trovano poco più a nord, è l’ultimo sito ad essere stato iscritto nella Lista UNESCO, a luglio 2017. L’attuale villaggio di Geyre, nei cui pressi si trova il sito archeologico, si trova nella provincia di Aydın (l’antica Tralles). Il nome di Afrodisia, con cui la città venne conosciuta in epoca ellenistica e romana, deriva dalla dea Afrodite a cui era dedicato un santuario molto noto in antichità. Lo sviluppo della città si ebbe soprattutto in epoca imperiale romana: per la sua fedeltà ad Ottaviano nelle guerre civili che lo portarono al potere come Augusto, le fu riconosciuta l’autonomia confermata più tardi da Tiberio, e vennero edificati importanti monumenti pubblici. Per tutto l’Impero Romano rimase centro importante, sia per la presenza del Tempio di Afrodite che come centro di produzione artistica legato alle vicine cave di marmo (Scuola di Afrodisia). A causa di un terremoto a metà del IV secolo, che provocò un mutamento nel regime delle acque, parte della città divenne soggetta a periodi che alluvioni. Con la diffusione del cristianesimo divenne sede dell’arcivescovo metropolita della Caria e alla fine del V secolo l’antico santuario di Afrodite fu trasformato in cattedrale. Nel 640, durante il regno dell’Imperatore Eraclio, la città subì un ulteriore rovinoso terremoto e perdette gran parte della sua importanza. Nella vasta area archeologica ci sono templi, un teatro, uno stadio, un’agorà, due complessi termali e altri grandi edifici. Sul sito è stato fondato un museo archeologico statale, il Museo di Afrodisia.

 

18.  GÖBEKLITEPE Provincia di Şanlıurfa

Il più antico tempio in pietra del mondo

 

Data di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO : 2018 Riferimento :1572

Criterio :Culturale

 

Il sito archeologico di Göbeklitepe si trova vicino al villaggio di Örencik, a circa 18 km dalla città di Şanlıurfa, nel sud est della Turchia. Gli scavi effettuati dall’archeologo tedesco Prof. Klaus Schmidt, dal 1995 al 2014, hanno rivoluzionato la visione dell'archeologia e del mondo antico: vi è stato rinvenuto il più antico esempio di tempio in pietra del mondo, la cui costruzione iniziò 11.500 anni fa, ben 7.000 anni prima delle Piramidi e 6.000 anni prima di Stonehenge, prima dell’utilizzo degli strumenti metallici e della ruota, prima dello sviluppo dell'agricoltura, quando ancora l’uomo viveva di caccia e raccolta. Sembra che proprio l’organizzazione sociale necessaria alla costruzione di questo tempio abbia portato alla nascita di un centro abitativo con la conseguente necessità di sviluppare alcune pratiche agricole. Göbeklitepe ha così profondamente scosso le vecchie teorie sull’archeologia : mentre precedentemente si pensava che fossero nate prima le città e poi i luoghi di culto, ora sembra che proprio la religione sia stata la causa dell’organizzazione di un centro abitativo complesso. Questo sito presenta monumentali strutture megalitiche circolari e rettangolari, interpretate come recinti, che furono eretti dai cacciatori-raccoglitori nell'era neolitica - prima dello sviluppo dell’agricoltura - tra il 9.600 e il 8.200 a.C. È probabile che questi monumenti siano stati usati per rituali di natura probabilmente funeraria. I caratteristici pilastri a forma di T sono scolpiti con immagini di animali selvatici, fornendo informazioni sul modo di vivere e sulle credenze delle popolazioni che vivevano nell’Alta Mesopotamia superiore circa 11.500 annifa.

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