ANTICA OSTERIA DEL CERRETO: TRADIZIONE LODIGIANA, MA SEMPRE CON UN PIZZICO DI CREATIVITÀ

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In una cornice che sa di storia, una cucina di altissima qualità che sposa le tradizioni locali del lodigiano e del cremasco lasciando spazio anche ad alcuni piatti che le interpretano in chiave più contemporanea volte a soddisfare i palati dai gusti più moderni.

Finalmente la primavera è arrivata, la natura si risveglia e le temperature cominciano ad alzarsi: è arrivato il periodo dell’anno preferito dagli amanti delle gite fuori porta! A pochi passi dalla città, per riscoprire la bellezza del territorio, deliziarsi con dell’ottimo cibo a km-zero e magari staccare la spina, allontanandosi anche solo per qualche ora, dai dispositivi elettronici riconnettendosi con noi stessi e quello che ci circonda. Da Milano se volete scoprire com’era la Lombardia secoli fa, andate verso Lodi: qui un tempo avreste trovato solo piccoli borghi tra campi e rogge, nuclei urbani medievali e abbazie. In alcuni tratti il paesaggio è ancora lo stesso come ad Abbadia Cerreto, un piccolo borgo tra sentieri praticabili a piedi o in bici; cieli azzurri; prati verdi e un religioso silenzio che porta dritti dritti all’Abbazia del Cerreto, segno indelebile di devozione che subito richiama alla mente il Monastero di Santa Maria di Chiaravalle, sia pure in dimensioni più ridotte. E infatti, l’abbazia lodigiana, fondata dai benedettini nel 1084, fu successivamente affidata ai cistercensi di Bernardo di Chiaravalle acquisendo nel tempo un ruolo significativo. Dopo il pit stop spirituale è tempo di sedersi a tavola.

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Niente di meglio che all’Antica Osteria del Cerreto, il suggestivo ristorante di Stefano Scolari, chef, ma anche vicepresidente della Strada dei Vini di San Colombano e dei Sapori Lodigiani, e della moglie Veronica, che, anche dopo la ristrutturazione del 2000, conserva l’atmosfera rurale dell'antica costruzione tra travi, mattoni a vista e coppi, ingentiliti da opere d’arte in pietra e legno di Luigi Soresini, insegne vintage, piatti del Buon Ricordo e oggetti che con la cucina non avrebbero molto a che fare, se non con il cuore del proprietario. Un'ode alla tradizione lodigiana, un simbolo della passione per la cucina del territorio, gustosa, concreta, fatta di tradizione, ma sposata all'innovazione che la rende attuale e più fruibile come per il risotto alla Vecchia Lodi (specialità a marchio registrato): una base di risotto allo zafferano mantecato con ingrediente top secret, con ragù di salsiccia e pancetta, esaltato dalla raspadura Bella Lodi, deliziosa sul risotto, ma perfetta anche per accompagnare antipasti o aperitivi. Presentato negli splendidi piatti preparati su misura dal laboratorio della Ceramica Artistica Vecchia Lodi, un marchio di qualità dell’artigianato lombardo, è impossibile non definirla un’autentica esperienza multisensoriale che unisce tradizione, estetica e sapore in un unico piatto. Tra le proposte, imperdibili i salumi accompagnati da gnocco fritto che ne esalta sapore, profumo e consistenza e giardiniera, ideale per donare freschezza e un tocco di acidità a un piatto sontuoso e ricco; ma anche i risotti e le paste fresche che prevedono ben 40 tuorli per kg di farina così come gli ottimi secondi sia di carne sia pesce d’acqua dolce. Da provare il Semifreddo 1987, ricetta della mamma Margherita, rivisitata e resa più contemporanea da Stefano.

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Il nostro menu.

Abbiamo iniziato con una selezione di salumi, ovvero culatello di Zibello di Spigaroli, pancetta nostrana di Bertolotti accompagnati da gnocco fritto, insalatina di Cappone con sedano, uvetta e noci, giardiniera del Cerreto, gorgonzola dolce dop Pannaverde del caseificio Angelo Croce, la raspadura Bella Lodi Caseificio F.lli Pozzali, e i crostini di pane casareccio. Tra i primi non potevamo non scegliere il risotto alla Vecchia Lodi anche se abbiamo già in animo di fare un prossimo viaggio nei sapori di Stefano Scolari mettendo in cima al nostro elenco il Risotto carnaroli con ortiche selvatiche e Gorgonzola -Pannaverde Croce. Tra i secondi abbiamo gustato la lombata di coniglio con pancetta e olive al Balseto Laudense, un piatto semplice, ma dai sapori ricchi e corposi. E per finire in dolcezza: Tortionata storica di Lodi, un dolce friabile e burroso ricco di mandorle, con crema al mascarpone, in ricordo del pasticcere locale Carlo Tacchinardi che la creò nella prima metà dell’Ottocento. Il tutto accompagnato da un ottimo vino rosso Corte del Lupo dell’azienda di Franciacorta Cà del Bosco, una delle 300 etichette "nobili", tra nazionali ed estere, presenti nella lista. Un menu 10 e lode assolutamente da provare.

E se volete regalarvi un souvenir? Acquistate la storica giardiniera  home made: peperoni gialli, rossi e verdi, zucchine, cavolfiori, sedano e carote conditi soltanto con aceto, zucchero, sale e spezie. Senza conservanti aggiunti. La Giardiniera del Cerreto è un prodotto di altissima qualità. Apprezzato antipasto o contorno si presta come giusto abbinamento per salumi, formaggi e, perché no, preparazioni di carni e di pesce.

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Riconoscimenti

- È entrata nel 2020, a pieno titolo, nell’Associazione dei Ristoranti del Buon Ricordo, che racchiude le insegne italiane che meglio rappresentano la cucina regionale italiana. La sua ricetta: Lombata di coniglio con pancetta e olive al Balseto Laudense.

- dal 2021 insignito del titolo di Ambasciatore della Cucina Lodigiana dalla Regione Lombardia e Gambero Rosso 

- Fa parte della rete dei Ristoranti Etici fungendo da esempio sul territorio per la valorizzazione, la ricerca e la promozione delle risorse locali.

 

Antica Osteria del Cerreto

Abbadia Cerreto (LO)

Via dell’Abbazia 6,

tel. 0371 471009

www.osteriadelcerreto.it

Chiuso lunedì e martedì.

Il giovedì, come la tradizione vuole, viene dedicato alla preparazione della pasta fresca rigorosamente fatta a mano, il venerdì sera è dedicato al Girorisotti per un piacevole momento di convivialità informale in un ambiente di charme.

Installazione di GIOTTOla wallbox di design di Repower per la ricarica di veicoli elettrici.

 

Ricetta: Lombata di coniglio con pancetta e olive al Balseto Laudense

• 2 lombate di coniglio
• 1 cipolla bianca
• 1\2 gamba di sedano
• 200 g di pancetta tagliata a fette
• 50 g di olive taggiasche
• Balseto Laudense
• Olio evo
• Brodo di carne
• Sale e pepe q.b.
• Spago da cucina

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Preparazione

Tagliare le lombate per il lungo ottenendo 4 mezze lombate, bardarle con la pancetta e legare con lo spago. In una casseruola soffriggere olio evo con cipolla bianca e sedano tagliati finemente.
Adagiare le lombate e rosolarle facendole dorare, in seguito sfumare con il Balseto Laudense, salare e pepare a piacere. Una volta evaporato il Balseto aggiungere brodo di carne poco alla volta e cuocere per circa 45 minuti, a fine cottura aggiungere le olive.
Cotto il coniglio ritirarlo dalla casseruola, togliere lo spago e far stringere il fondo di cottura.
Servire tagliando la lombata di sbieco a fette di circa 3 centimetri adagiando sopra il fondo di cottura con le olive.

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